Padova, fine anni Venti. Ines Lacchini è una giovane benestante e viziata. Quando incontra il Tenente di Vascello Carlo Dalla Costa, crede di aver trovato l’amore della sua vita e abbandona ogni proposito di ribellione alle convenzioni iniziando con lui una relazione epistolare. Ben presto, però, si accorge di condurre un’esistenza monotona e scialba, sempre in attesa di una lettera di Carlo. Ma se le lettere si fanno desiderare, in compenso il viale di villa Ambra diventa per lei e il postino un luogo d’incontro e di scambio di confidenze.
Per ingannare il tempo, Ines si arruola come volontaria presso un Istituto di Carità dove conosce la sofferenza delle donne di cui si occupa ogni giorno. Eppure niente sembra restituirle serenità, a maggior ragione quando alcuni inconfessabili segreti di famiglia vengono a galla e lo spettro della miseria si affaccia alla sua porta. Due sono gli uomini su cui crede di poter ancora contare, uno è un uomo sicuro di sé e opportunista, l’altro è onesto e fidato.
Ma la scelta non è facile perché sulle teste di tutti incombe l’ombra della guerra e lei dovrà liberarsi da ciò che la tiene legata al passato per ricominciare tutto daccapo.
Genre: FICTION / GeneralNuovo titolo di un'autrice da oltre 15.000 copie vendute.
Appoggiò la spazzola sul ripiano, avendo cura di riporla ordinatamente accanto al pettine, e tornò a guardare la sua immagine nello specchio. Con la punta delle dita lambì il filo di perle che aveva indossato. Non aveva notato quella ruga sul collo, prima. Non aveva notato molte altre cose, a dire il vero. Doveva essere perché da un po’ di tempo aveva smesso di pensare. Qual era il suo ultimo ricordo felice? Non avrebbe saputo dirlo. Aveva scordato tutto della sua vita precedente, le cose a cui teneva, le persone che contavano e i luoghi a lei cari. I ricordi erano diventati come le perle di quella collana, infilate una accanto all’altra per essere riposte nel buio di un portagioie e dimenticate per la gran parte del tempo.
Alzò gli occhi e li posò sul quadro appeso alla parete, sopra il letto. Non era un bel dipinto, i colori erano troppo intensi per ritrarre il tenue grigiore dell’inverno sui ponti e sui canali veneziani. Forse era quello il suo ricordo felice, l’ultimo momento spensierato prima che tutto cominciasse a cambiare. Ogni volta che guardava quel quadro, immaginava di essere di nuovo a Venezia con Anna e Carlo. Le sembrava di sentire il salmastro della Laguna mescolarsi all’odore della neve che aveva coperto le calli di silenzio. Udiva perfino il fischio ovattato della locomotiva, lo sferragliare delle ruote del treno sul binario, il rumore lontano delle imbarcazioni e il dolce sciabordio dell’acqua sulle rive. Eppure c’erano dei vuoti, dei pezzi mancanti che le pareva di non riuscire a recuperare, ma che era sicura di poter richiamare alla memoria se solo lo avesse voluto davvero. Come ad esempio i denti sporchi di rossetto sul sorriso di Anna, che si era sorpresa a ricordare fissando il quadro più attentamente.
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English
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Already translated.
Translated by Barbara Maher
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Portuguese
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Translation in progress.
Translated by Daniela Cestarollo
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Spanish
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Already translated.
Translated by Carlos Securun
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