Roma, una sera di maggio.
All’interno del Ministero della Difesa, sorvegliato dai carabinieri, tutto appare tranquillo, ma durante un’ispezione viene ritrovato il corpo esanime di un generale. Tutto fa pensare si sia trattato di un malore, eppure la vicenda non convince il maresciallo Licata, grande esperto di omicidi, che inizia a indagare. Diversi colpi di scena imporranno una battuta d’arresto alle indagini e la matassa si sbroglierà solo nell’ultimo capitolo, grazie all’acume logico e all’intuito investigativo di Licata.
Genre: FICTION / Thrillers / CrimeUn long seller, tuttora in classifica fra i libri più venduti della casa editrice
Gli ultimi raggi del sole iniziavano a tingere di rosso i palazzi della città eterna, nel pieno centro di una capitale intasata dal traffico, sovente convulso anche di notte.
Con la complicità della temperatura di maggio e del fine settimana imminente, orde di autoveicoli e di pedoni animavano fin troppo le strade, oramai sottodimensionate per l’elevato numero di persone in giro per la metropoli, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Roma appariva sempre bellissima, con il fascino dei suoi monumenti, della storia, dei negozi e dei turisti, con il clima mite, soprattutto nel periodo primaverile.
Nel cuore della città, vicino ai ministeri dell’Economia e Finanze e degli Interni, ecco stagliarsi, a due passi dal Quirinale, anche quello dell’ex Ministero della Guerra, ribattezzato più tardi Ministero della Difesa.
Un ministero piuttosto delicato, quello della Difesa, come si può immaginare, piantonato giorno e notte, feriali e festivi, da solerti carabinieri.
Tre palazzi possenti, ritenuti le ali storiche di via Luigi Settembrini, sedi classiche del Gabinetto del Ministro, di alcuni Stati Maggiori, del Segretariato Generale della Difesa, oltre che di una serie di Enti e alti Comandi militari. Turnazioni perfette, svizzere, si potrebbe dire, scandivano il trascorrere delle ore all’interno di quegli edifici, concepiti secondo i canoni dell’estroverso eclettismo neocinquecentesco.
Sontuosità, magnificenza, rigore nell’aria respirata da coloro che, per motivi di lavoro, percorrevano quelle scale e quei corridoi, riempiendo, con la loro quotidianità e almeno per otto ore al giorno, gli ambienti austeri di quel dicastero.
Non solo militari, con le loro divise di colore bianco, cachi, blu, nero, a seconda della Forza Armata di appartenenza, ma anche numerosi dipendenti civili, che lì prestavano la propria opera.
Language | Status |
---|---|
English
|
Already translated.
Translated by Kristjana Papajani
|
Spanish
|
Already translated.
Translated by Jorge Ledezma
|