Credo che l'empatia sia il mio più grande pregio e difetto. A volte mi fa soffrire, o cadere in trappole che sarebbe stato meglio evitare, altre, invece, mi permette di avvicinarmi emotivamente agli altri. Forse è per questo che amo leggere, mi piace entrare nelle storie che leggo e immaginare di farne parte. Mi piace anche interrogarmi su cosa abbia spinto l'autore a scrivere una storia, su quali emozioni egli abbia potuto provare nel momento in cui l'ha scritta e quali reazioni, invece, abbia immaginato di suscitare nei lettori. Questa, forse, è anche la ragione per cui ho voluto studiare Psicologia: amo cogliere i segnali che mi consentono di avvicinarmi al cuore e all'animo delle persone, che si tratti di parole, gesti o intenzioni. Sono un'eterna sognatrice, un po' come i bambini, ma allo stesso tempo ho sperimentato e conosciuto quel profondo dolore che a volte ti tiene con i piedi ben saldati a terra. Ecco perché non ho un genere di libri preferito, quello che attira la mia attenzione e curiosità è la storia in sé. Spesso, infatti, spazio da un genere all'altro, lasciando che la scelta del libro sia una scelta presa a sensazione, di pancia, un po' come: questo libro lo devo assolutamente leggere, non c'è altra soluzione!
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