Un'inaspettata trasferta a Tokyo by Monica Tomaino

Discovering Tokyo

Un'inaspettata trasferta a tokyo

Elisa ha trentatre anni, lavora in una multinazionale giapponese e vive la sua tediosa routine quotidiana come se dovesse recitare il copione di un film. Disillusa dalla vita amorosa, si crogiola idealizzando un collega nipponico con cui tiene una corrispondenza via mail. Inaspettatamente le viene proposta la possibilità di trasferirsi a Tokyo e, nonostante i tentennamenti iniziali, decide di dare una svolta alla sua vita e partire. Elisa si troverà a vivere in un ambiente lavorativo nuovo, scoprire una cultura diversa e a riconsiderare l'amore.

Genre: FICTION / Contemporary Women

Secondary Genre: FICTION / Romance / Contemporary

Language: Italian

Keywords: Japan, chick lit, office, japan food , romance, japan travel, italy, single, roommate, ramen, curry, kamakura, enoshima, kyoto, tokyo, asakusa, work office

Word Count: Italy

Sales info:

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Sample text:

Alle sette del mattino il sole picchiava, accecando gli automobilisti che sfrecciavano nell'orario di punta per raggiungere il posto di lavoro. Come ogni giorno, Elisa era seduta alla guida della sua Panda rossa, in coda per andare in ufficio. Nonostante fosse uscita da casa da poco meno di un quarto d’ora, l’afa, incrementata dai gas di scarico delle macchine, non le dava tregua. Quel poco di sollievo ottenuto dalla doccia mattutina era ormai scemato, il caldo era insopportabile. Tirò su i finestrini e accese l'aria condizionata al massimo, godendosi un po' di fresco.

Il prossimo anno me lo faccio mettere il condizionatore, pensò tra sé. Una promessa che ricorreva ogni volta che l'arsura estiva le impediva di riposare e che puntualmente infrangeva.

Si guardò allo specchietto per controllarsi il trucco. I capelli mogano erano raccolti in una coda bassa, un filo di immancabile matita nera nell'interno occhi ne faceva risaltare il colore azzurro ghiaccio, insieme al mascara, che contribuiva ad attenuare l'espressione da pesce lesso, portata dal sonno e dalla costante stanchezza. Aveva deciso che la sua preparazione era più che sufficiente ripromettendosi di riprendere con fondotinta, terra, fard e cipria superata l’estate. Temeva che il caldo avrebbe sciolto il tutto, facendola sembrare un clown da quattro soldi.

Dopo mezz'ora di strada, si diresse al parcheggio dei dipendenti, salì le scalinate che la portavano all'ingresso principale, per poi recarsi subito nel suo ufficio. Per fortuna l'aria condizionata faceva da padrona in tutto l'edificio.

«Buongiorno Elisa» la salutò la sua collega. 

«Buongiorno a te!»


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