“Rose non cerca l’amore... ma se fosse l’amore a trovarla?”
Liberamente ispirata a “Emma” di Jane Austen, la storia di una ragazza pronta a tutto… ma non a innamorarsi!
La giovane Rose Storm, carina, viziata, un po’ snob, appassionata di boy band, soprattutto dei Boyzone, ha una missione speciale. Cercare l’amore. Non per se stessa, ma per chi la circonda. Dal suo quartiere londinese di Chelsea viene costretta a trasferirsi nel minuscolo villaggio di Heathland, nel Dorsetshire, dove il padre architetto si è assunto l’impegno di restaurare un antico castello in rovina, il Desmond Castle.
È l’estate del 1999, Rose ama la vita di città e odia profondamente la campagna e i castelli in rovina… e questo è un problema.
Rose però ha anche un’altra infinita serie di problemi. Ha costantemente idee geniali, seguendo l’entusiasmo si lancia in imprese che non sa mai come mettere in pratica, compilando comunque fantastiche liste di tutto il necessario. Poi ci sono gli amici londinesi, tra cui la splendida sorella maggiore Daisy e la migliore amica Janet, che hanno promesso di raggiungerla. Chris, figlio della ex moglie di suo padre, troppo intelligente e maturo, con cui ha un rapporto conflittuale. E Sally, la nuova amica, che Rose prende sotto la sua protezione con l’intento di trovarle il grande amore.
Tutto questo basterà a trattenerla a Heathland?
Probabilmente no. Almeno finché sulla sua strada, o meglio sul suo sentiero desolato, non apparirà l’affascinante ed enigmatico Luke Desmond, pronto a sconvolgere tutti i programmi di Rose. Creando così una concatenazione di equivoci, guai, sconvolgimenti... tra letteratura, arte, teatro e l’incantevole cornice della campagna inglese.
E se alla fine fosse proprio l’inconsapevole Rose a cadere vittima dell’amore?
CAPITOLO 1
L’avrei annoverata come l’estate più brutta e noiosa della mia vita. Ne ero fermamente convinta. Ed era un peccato, davvero. Anche di questo ero convinta. Insomma, i mesi che intercorrono tra i diciassette e i diciotto anni teoricamente andrebbero ricordati come i più belli nell’esistenza di una persona. O forse era solo un’idea preconcetta. Una diceria. Una leggenda metropolitana.
Ecco, forse sarebbe stato meglio evitare il termine “metropolitano” per tentare di definire un aspetto della mia condizione. Soprattutto perché mi trovavo sperduta nel nulla. In una zona del Dorsetshire di cui gran parte degli esseri umani, me inclusa prima di esserci trasportata a forza, ignora completamente l’esistenza.
Quindi, questi erano i fatti. Avevo ancora diciassette anni nell’estate del 1999, purtroppo per me. Ne avrei compiuti diciotto il 30 dicembre, il giorno prima dell’ultimo dell’anno. Mi sarei affacciata nel nuovo millennio come una persona finalmente matura e responsabile.
Poi avevo dibattuto, con Chris… anzi contro Chris. Perché lui affermava con fermezza, o più probabilmente per il gusto di contraddirmi, che il nuovo millennio sarebbe iniziato nel 2001 in realtà. Contro Chris avevo anche iniziato a tenere un diario in cui avrei riportato i fatti salienti della mia giovane vita. Ma finivo sempre per scriverci sciocchezze. Del tipo mi sono svegliata, ho fatto colazione, ho indossato quel vestitino adorabile appena acquistato, con le scarpe nuove con i lacci intorno alle caviglie… Del resto anche Daisy aveva sempre tenuto un diario e sembrava fosse davvero importante per lei.
Language | Status |
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Portuguese
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Translation in progress.
Translated by Mônica Cristina Campello de Souza
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