Al-Raqqa-Siria, capitale del sedicente Stato Islamico. Fatima, una bambina cristiana, per scappare dalle atrocità jihadiste dell’Isis, intraprende con la sua famiglia il viaggio della speranza verso la Libia per imbarcarsi di notte in una “carretta del mare”, con destinazione le coste siciliane. Diventeranno dei profughi e affronteranno pericoli di ogni genere pur di sopravvivere.
Verona-Italia. Francesco, un bambino di nemmeno nove anni che tutti conoscono per la sua vivacità e inventiva, darà prova della sua generosità verso il prossimo.
Francesco e Fatima incroceranno i loro destini a Verona, presso il reparto di oncoematologia pediatrica.
“Un semplice gesto d’amore” rappresenta un intreccio di vissuti, tragedie e piccoli, ma importanti gesti che troveranno il loro senso nell’amicizia e nella solidarietà umana. Denuncia altresì le condizioni di vita dei bambini siriani che, nell’indifferenza del mondo, sono vittime e spettatori di atrocità perpetrate in una guerra civile scatenata da lotte di potere tra diverse fazioni etniche, politiche e religiose.
Genre: LITERARY COLLECTIONS / GeneralIl furgoncino di Ammar era arrivato.
«Salite, presto, dobbiamo partire in fretta!» sospirò Ammar, guardandosi furtivamente attorno e aprendo lo sportello laterale per far salire il suo amico Alì, con la moglie e i suoi due figli piccoli.
Tutto il piano di fuga era stato concepito nel silenzio più assoluto tra Ammar e Alì. Non volevano compromettere le loro vite in quella assurda guerra.
Nessun altro era stato coinvolto in quel progetto, neppure i componenti delle loro famiglie che ignoravano completamente il piano ideato, nel tentativo di fuggire da quell’orrore.
Una parola di troppo, uscita anche per errore, poteva essere usata dai miliziani dell'Isis come pretesto per ucciderli tutti, senza neanche dare loro la possibilità di difendersi da eventuali accuse capziose o prive di fondamento. Bisognava diffidare di chiunque; c’erano troppe spie Daesh in giro e fanatici tra la folla dei civili, entusiasti dell’avvento della jihad.
«Siediti davanti Alì, con me» disse Ammar. «Voi qui, sul sedile in mezzo» sistemò i due bimbi insieme ai suoi figli maschi, profondamente assonnati, visto che ormai era notte fonda.
«Tu, mettiti qui dietro» indicando il sedile posteriore a Afrah, per mettersi accanto alla sua consorte e a Fatima.
In una cultura maschilista, come quella propugnata dall’Isis, non poteva esserci all’interno di quel veicolo una distribuzione degli spazi diversa da quella che era stata indicata da Ammar.
Una collocazione alternativa nel veicolo sarebbe stata indubbiamente notata, qualora fossero incappati lungo il tragitto in qualche pattuglia di controllo delle milizie jihadiste, sparse per tutta la città e nel territorio siriano.
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Translated by Cristina García
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