Ogni avventuriero cerca cosa diverse. Chi l’emozione che solo l’andare incontro all’ignoto sa dare, chi la ricchezza, chi la fama, chi la conoscenza. Sono queste cose che spingono un gruppo di avventurieri annoiati ad accettare un incarico all’apparenza semplice anche se non facile e con uno scopo chiaro e ben preciso. Un incarico dal quale si aspettavano tante cose ma non di ritrovarsi a loro insaputa nel bel mezzo di intrighi e lotte di potere, sia magico che terreno, i cui attori tessono le loro trame incuranti di chi possa finirci impigliato.
La prima cosa che notò fu che la tenda era illuminata da un leggero bagliore verde. Subito dopo vide l’origine del bagliore. Era una proiezione magica che scaturiva da un ramo posto al centro della stanza intorno al quale erano sedute due strane figure. La magia che evocava l’immagine non era molto stabile e tutto quello che Tjanador riuscì a distinguere furono i vaghi contorni di una figura incappucciata dal volto sfigurato. Subito dopo, l’immagine parlò, la sua voce era femminile, roca eppure melodiosa o almeno doveva esserlo stata un tempo e, cosa strana, quasi familiare “Ora che avete ottenuto la mappa inizierò i riti necessari a scongiurare la maledizione che vi tiene legati al contratto magico che avete firmato.”
Le due figure nella penombra si inchinarono e la cupa luce verde illuminò le loro teste lasciando scorgere le sottili antenne che avevano in testa. Erano i due budrek.
La donna dal volto sfigurato riprese a parlare “Non fatevi prendere dalla fretta, siate prudenti, procedete con cautela ma decisi e ricordate che siete gli unici di cui mi fido. Per le radici comuni!”
I due budrek unirono le mani sul mento e ripeterono “Per le radici comuni!”