Frida è soddisfatta di sé: è un’avvenente trentenne con un buon lavoro, padrona della sua vita e libera da condizionamenti e costrizioni.
Tuttavia da qualche tempo deve confrontarsi con un fastidioso problema: gli incubi che ritornano ad assalirla tutte le notti, nei quali è costretta a sottomettersi ad abusi sessuali perpetrati da creature demoniache.
Sento la sabbia tiepida accarezzarmi i piedi scalzi mentre continuo a camminare, ancora ed ancora, è così piacevole: come se non avessi desiderato altro che questo, da sempre, come se finalmente fossi riuscita ad arrivare dove desideravo.
Non mi importa niente di sapere da dove vengo e dove sono diretta: voglio solo continuare a camminare, senza avvertire la stanchezza, come adesso, dissetandomi l’anima con questo senso di beatitudine che mi rende parte di quest’assoluto incantevole.
Mi fermo a guardare questo cielo che pare dipinto, nero e giallo come un tramonto caraibico, e l’acqua del mare esercita su di me un richiamo cui diviene sempre più difficile resistere, mi ci vorrei immergere e smarrire dentro.
Scorgo qualcosa in lontananza, ma non riesco a vedere bene, è come una macchia scura, qualcosa di vivo, che si muove sulla sabbia alle mie spalle.
Mi avvicino curiosa e quello che appare mi stupisce ed inquieta: è una sagoma umana, minuta, la vedo di spalle, è seduta per terra ed ha indosso un mantello scuro dal quale fuoriesce una mano rugosa appoggiata ad un bastone.
Mi avvicino con cautela, percepisce la mia presenza e si volta anche lui rimanendo in silenzio: mi fissa intensamente, con il suo viso grottesco da personaggio delle fiabe, carico di rughe e con un ghigno impresso sul viso.
Con lo sguardo mi invita ad abbassare gli occhi, a guardare cosa nasconde più in basso, e quando lo faccio mi accorgo che sul corpo non indossa altro che il mantello. E’ nudo, e possiede un pene eretto di dimensioni gigantesche, non proporzionato al corpo, duro e liscio come un pezzo di legno e dallo spessore impossibile.
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Translated by Francesca Orelli
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