Anno 2103. La vita sulla terra è stata sconvolta da una catastrofe che ha contaminato l’aria e costringe le persone a rinchiudersi in casa. Soltanto pochi temerari percorrono ancora le strade perché attratti da oggetti diventati ormai rari: i libri. Tutto si svolge in una dimensione virtuale: vendite, acquisti, prestazioni di ogni genere, viaggi, attività sportive e ludiche, ogni tipo di incontri. La vita passa attraverso il computer e quindi attraverso il linguaggio scritto, che ha soppiantato il parlato.
In questo mondo chiuso, ridotto, silenzioso, un uomo e una donna trovano ancora la forza e il modo di allacciare una relazione fatta di messaggi scritti, di parole digitate su una tastiera e visualizzate su un monitor. Li lega l’amore per i libri e per la filosofia. Nessuno dei due, però, ha fatto i conti con la scrittura: può servire a nascondere e a nascondersi, può svelare un passato sepolto, un futuro inatteso, e rivelare una storia diversa da quella fin lì immaginata.
Genre: FICTION / GeneralNon c’erano più parole, dette o ascoltate, solo parole scritte. Comparivano sugli schermi dei computer senza fare rumore, veloci come pensieri, silenziose come idee che una mente ignota produceva o si lasciava sfuggire in qualche punto lontano o vicino del pianeta, era impossibile saperlo. Le vite scorrevano lungo cavi digitali sotterranei o attraverso reti di onde elettromagnetiche, che in pochi secondi collegavano tutti i luoghi ancora abitati della terra. Non molti, a dire il vero. Era tutto molto semplice, molto elementare. Le esistenze si costruivano lì, dentro quei fili di rame oppure nell’etere.
La terra era diventata piccolissima e al tempo stesso enorme: dipendeva dal grado di adattabilità, dalle aspettative e dalle esigenze di ognuno. Soprattutto, però, dipendeva dall’età delle persone.
Tutto si risolveva ormai in scambi a distanza tra individui che non si sarebbero mai incontrati, che vivevano la loro vita nel chiuso di una casa e per i quali un appuntamento sarebbe sempre stato soltanto un incontro on-line. Ogni cosa, ogni contatto, ogni emozione doveva necessariamente passare di lì, dalla rete, servirsi della scrittura e avere come punto terminale un monitor situato da qualche parte nel mondo. C’erano dei vantaggi, indubbiamente: la comodità, la velocità di trasmissione dei messaggi, la possibilità di raggiungere in un attimo migliaia di persone, la contrazione delle distanze, la protezione che quel tipo di comunicazione assicurava. C’erano anche degli inconvenienti, però, primo tra tutti la limitata capacità espressiva della scrittura, la sua connaturata ambiguità, che non consentiva di dire tutto. Molti si incontravano in rete ogni giorno, per ore, continuavano a chattare per mesi, per anni interi, ma non arrivavano mai a conoscersi davvero.
Language | Status |
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Spanish
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Already translated.
Translated by Vera Martinez
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