Roma, 6 ottobre 1943. Il giovane brigadiere Flavio Cesari ha grande memoria, sa scrivere a macchina e, anche per questo, cura il censimento dei militari di razza ebraica all'Ufficio Riservato del Ministero della Guerra. È di Trastevere e non poteva desiderare di meglio mentre intorno infuria la follia sanguinaria. Non bastasse, è in segreto innamorato della giovane ebrea Eva. Mentre rientra a casa come sempre, assiste all'eccidio di un graduato sul Ponte Garibaldi da parte dei Tedeschi, sotto gli occhi di tutti: la sua nuova vita è già iniziata, e lui non lo sa. Scioccato, si unisce a un gruppo di sbandati. Da loro sa che il colonnello Kappler ha ordinato la deportazione in Germania di migliaia di carabinieri romani, colpevoli di non dare garanzie ai Tedeschi in vista del loro segreto, orribile proposito. Il terrore lo pervade perché, a forza di compilare e aggiornare elenchi, Flavio è l'unico a conoscere con esattezza gli indirizzi di tutti i suoi colleghi. E lo sanno anche le SS...
Genre: FICTION / HistoricalThe book is starting up, he concerns real facts and the hamletic doubt about alegiance in military bodies during a war. I think it's a good story.
Non era difficile. Me l’avevano detto, infatti. Dovevo solo prendere una scheda per volta, controllare che fosse compilata per bene, spuntare il nome della persona interessata dall’elenco che avevo con la matita rossa o con quella blu. Alla fine, la infilavo in uno dei due raccoglitori davanti a me, sulla mia scrivania. La percentuale d’errore era ridotta al minimo: sì o no. A destra mettevo la maggior parte dei fogli. Non contenevano nulla di interessante. Ogni tanto ne capitava qualcuno anche a sinistra. Ero sempre riluttante prima di lasciarcelo. È vero, mi avevano spiegato anche questo. È solo un censimento, di che ti preoccupi? Preferisci andare in prima linea? No che non preferivo andare in prima linea, che domande. Solo che già non capivo perché era così importante se un ufficiale fosse ebreo o meno. Da quando mi ero arruolato non ne avevo conosciuto neanche uno, mica ce l’avevano scritto in faccia. Ho cominciato a farci caso solo dopo che era cambiata la legge. Qualcuno aveva cominciato a darmi gomitate e dirmi sottovoce: “Sai che Tizio è ebreo?”. Io guardavo Tizio e non vedevo nulla di strano. “Sì”, rispondevo comunque, “me l’hanno detto.” Quello annuiva, si tranquillizzava, alzava le sopracciglia, molleggiava la testa come se avesse detto chissà che, e potevamo continuare a chiacchierare del più e del meno. Ma era prima della guerra. Ora avevano cominciato a chiedere anche dei sottufficiali, della truppa, degli impiegati civili. E non risparmiavano neanche noi Carabinieri. Io per primo avevo dovuto firmare una scheda come quelle che mi arrivavano da tutta Italia. Avevo dovuto dichiarare di appartenere alla razza ariana. La Razza Ariana? Io ero nato a Trastevere!
Language | Status |
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Spanish
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Already translated.
Translated by Patricia García González
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