Io Sono Gay. Almeno credo by Salvatore Savasta

Io Sono Gay. Almeno credo Primo Volume

Io sono gay. almeno credo

Primo Volume della trilogia e finalista al Sanremo Writers Festival 2014, quest'opera ambientata in Sicilia è un diario. Il protagonista è Andrew, un ragazzo che, nel pieno dell'adolescenza, comincia a comprendere la propria sessualità all’interno di un contesto familiare e sociale chiuso e legato ai valori cristiani. Il racconto ha inizio in una camera d’ospedale dove Andrew si ritrova dopo due mesi di coma, a causa dei quali ha perso completamente la memoria.
Insieme a lui e ai suoi racconti quotidiani conosceremo la sua famiglia, le sue relazioni eterosessuali ed omosessuali, le ricadute nell’alcol e la disperata ricerca della felicità.
Attraverso le pagine del suo diario impariamo a conoscere la difficoltà nell’accettarsi come omosessuale, scoprendo che l’omofobia della società è un accanimento che emerge solo dopo il diniego che il protagonista vive nei confronti di se stesso, definendosi egli stesso un bigotto omofobo. Scopriremo luoghi reali della Palermo in arcobaleno e ci sembrerà di camminare per le strade insieme a lui, mentre noteremo quanto ancora la società sia legata agli stereotipi e ai pregiudizi.



"Mi sentivo sbagliato e non vedevo l’ora che quella serata avesse fine. Ero un uomo abominevole, un aborto. Mi sentivo stranissimo. Ma non riuscivo a pentirmene. Mi era piaciuto. Per questo mi odiavo. Stavo bene, libero di essere me stesso. Uno schifoso frocio di merda."

Genre: BIOGRAPHY & AUTOBIOGRAPHY / Gay & Lesbian

Secondary Genre: LITERARY COLLECTIONS / Gay & Lesbian

Language: Italian

Keywords: Gay, Gaylove, gaytrilogy, iosonogay

Word Count: 42776

Sales info:

Le vendite attualmente sono di circa 1000 copie cartacee e 2500 copie in ebook.


Sample text:

Perché hai aperto questo diario? Che cosa pensi di trovare? Sei solo sorprendentemente curioso! Mica tanto “sorprendentemente” in realtà. Ultimamente tutti sono curiosi di sapere cosa faccio quando mi lasciano solo e, ancora di più, s’incuriosiscono quando mi vedono scrivere. Dicono che io, in realtà, prima dell’incidente, non avevo mai scritto nulla. Neppure a scuola a quanto pare. Quando gli idioti parlano di me con me, mi raccontano di un ragazzo svogliato, pigro, completamente dipendente da alcool, tabacco, tv e Play Station. Nessuno, a quanto dicono gli idioti, rimproverando se stessi, si prendeva cura di lui. Ovviamente gli preparavano i pranzi, le cene e via discorrendo, ma nessuno di tutti loro se ne era mai occupato davvero. Dico io, ma come diavolo è possibile cucinare, lavare, stirare e accompagnare a scuola uno che non si conosce? Quanto sei stupido se poi quello sconosciuto è tuo figlio?

Continuano a difendersi dicendo che fare il genitore non è per nulla un compito facile, soprattutto con uno come “me”. Come se fossi un extraterrestre o un “diverso”. Se ho capito bene, non è colpa della differenza d’età né tanto meno della lotta generazionale che sempre è insita all’interno dei nuclei familiari. È proprio che non gli avevano mai chiesto come stesse, come fosse andata la giornata, quali fossero le sue aspirazioni e cosa gli piacesse davvero fare oltre tv e Play. Non si erano mai accorti che fosse un essere umano e che come tale andava trattato. Come un essere umano, cazzo, non come un animale da compagnia.

Non basta ingozzarlo, chiuderlo in una stanza e accarezzargli il pelo di tanto in tanto, Cristo Santo.


Book translation status:

The book is available for translation into any language except those listed below:

LanguageStatus
Spanish
Already translated. Translated by Marcela Gutiérrez Bravo

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