Nawruz, the Persian festivity which matches with spring equinox, is the recurrent theme of the story of Yasir, a young afghan from Herat who discovers the day of Nawruz to have a talent for boxing during a traditional pic nic with his family. He spend his childhood during talibans' rule and one day his family decides to move in Iran where he continues to boxing, winning the intercontinental cruiserweight amateur title. After the ousted of the Talibans Yasir's family comes back to Herat where his father, a known doctor meet an American colleague who offers to Yasir the possibility to be a professional boxer in the USA. Far from home, Nawruz keep illuminating the existance of Yasir until when in the middle of a brilliant boxing pro career, the young boy decides to leave the USA to go back to his Country deeply changed.
Genre: FICTION / Sports
The book has been published in 2017 and it has a sequel. I do not have particular numbers to highlight.
L’inizio quel lontano giorno di Nawruz
(…) Quando Allah ebbe fatto il resto del mondo, vide che gli era rimasta una certa quantità di materiale che non si adattava a nessun posto. Raccolse tutti questi residui e li gettò sulla terra. E quello fu l’Afghanistan. (Anonimo)
Era un giorno di primavera, il giorno di primavera per eccellenza, per l’appunto il Nawruz, come tutti gli anni i miei genitori organizzavano il pic-nic che riuniva tutta la famiglia. Seduto accanto a mio padre, zio Abed, suo fratello minore che veniva da Farah city con mia zia Fatima e i tre figli, i miei tre cugini, Mahmood, Qalat e Qasim, un gigante che mi ricordava un lottatore che avevo visto in televisione.
Qasim era la mia ossessione: era un violento, un energumeno e un invidioso. Quando trascorrevamo le festività insieme il suo sentimento di invidia covato e maturato tutto l’anno esplodeva traducendosi in atti di prepotenza che si concretizzavano in sessioni di lotta libera dove per anni avevo avuto la peggio. Zio Abed sorrideva bonario nel vedere l’energumeno sottomettermi, mio padre mi trasmetteva il suo tiepido disappunto, attendeva e rimaneva nel suo saggio e paziente silenzio. Mio padre era un medico, un lavoro che gli aveva permesso di vivere agevolmente durante l’occupazione sovietica e gli avrebbero permesso di sopravvivere decentemente negli anni dell’Emirato dove le sue riconosciute abilità di ortopedico risultarono utili nel tormentato ospedale di Herat, città dove vivevamo con mia madre e il mio unico fratello Faraj.
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English
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Already translated.
Translated by Rosemary Dawn Allison
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Author review: Rosemary è un'attenta e appassionata traduttrice. Nonostante si sia cimentata nella traduzione di un romanzo caratterizzato da aspetti tecnici marcati, Rosemary è andata fino in fondo comunicando con me ogni volta che c'è stato bisogno senza mai tralasciare nulla. Spero traduca anche il seguito del mio romanzo. |
Greek
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Already translated.
Translated by IORDANIS PAPAZIS
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Author review: Puntuale, scrupoloso, simpatico e attento. Sono molto soddisfatto. |
Spanish
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Already translated.
Translated by Samantha Murzi
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Author review: Velocissima, brava e competente. Grazie! |