Nel pieno degli anni '80 una ragazza di provincia vive due vite parallele. La madre abbandonata, una sorella con cui non va d'accordo e debiti, strozzini, umiliazioni. Per sfuggire a questa realtà non le resta che sognare e la danza diventa la sua ragione di vita. Danza che si accompagna alle prime e piccole esperienze di vita, agli amori, alle avventure.
In un diario, in prima persona, la protagonista fissa "gli attimi" della sua vita, dalla normalità alla prima audizione importante, alle esperienze parallele, alle prove e allo spettacolo che la proietta in un mondo dove l'unico Dio è la musica e i suoi adepti non possono che danzare sotto ai riflettori, celebrandola.
Fuori dai normali canoni, un romanzo non commerciale e scritto con le parole di una ragazza di 17 anni, piena di vita e stimoli differenti.
Genre: BIOGRAPHY & AUTOBIOGRAPHY / GeneralPubblicato in formato digitale, ha venduto più di 250 copie senza un vero e proprio lancio pubblicitario. Non essendo un testo commerciale non ha scalato le classifiche ma vende lento e costante nel tempo, segno che l'interesse per il titolo c'è nonostante tutto.
Il pubblico cui è destinato varia da chi ha vissuto come andolescente gli anni 80 a chi ama la danza o ha un sogno enorme nel cassetto. Tendenzialmente è un testo indicato più per un pubblico femminile.
Prima di azionare la maniglia, raccolgo il mio borsone dal pavimento e me lo metto a tracolla. Mi sono alzata prima che il treno si fermasse quando, con l’avvicinarsi della stazione, ha cominciato a rallentare.
Mi piace guardare fuori quando il treno va piano, soprattutto se i paesaggi sono conosciuti. Una volta giunta alla stazione so già che tornerò indietro a piedi fino all’altezza del passaggio a livello, il campo sportivo, il cavalcavia…
Lo faccio ogni giorno e ormai è diventato automatico. Nemmeno noioso.
Il treno si ferma, apro la porta e scendo i due scalini. Al ritorno resto sempre seduta per terra, tra uno scompartimento e l’altro, accanto alla porta. Non ho voglia di cercare un posto dopo aver visto le porte chiudersi tra me e i miei amici, che restano a Torino mentre io torno a casa.
Fuori fa freddo. Non mi dà fastidio. Percorro il marciapiede ed esco dalla stazione senza guardarmi intorno. Non c’è molto da vedere. Tanti mattoncini grigi, qualche pianta, delle panchine. Porte e uffici chiusi. Una biglietteria, l’edicola, qualche persona che viene o che va. Nessuno di cui mi importi. Esco, appunto. Giro a destra, poi ancora a destra al semaforo. Scendo verso la mia destinazione, a passi sicuri e testa bassa. È buio e l’aria è umida come sempre. Un cono di aria bianca segnala la presenza dei lampioni che mi guideranno nella nebbia. Non c’è il marciapiede, da un certo punto in poi. Devo spostarmi in modo da avere le auto che arrivano davanti. Così cambio lato della strada. Costeggio muri grigi, la fabbrica, le villette.
Language | Status |
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Spanish
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Already translated.
Translated by Gisela Fernández
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Author review: I worked easily with Gisela Fernàndez, who is an accurate and delicate person trying to expose in espanol my strange italian language, as spoken by teen ager. Every doubt was resolved fast and always in team. Great work! |