"Frammenti d’assurdo: Un piccolo, caotico microcosmo."
(Pubblicato da Giulia Sbaffo il 22 aprile, 2011)
Salvatore Di Sante firma una breve e bizzarra raccolta di mini-racconti, di frammenti appunto.
Trovo che frammenti sia proprio il termine adatto, poiché essi sono per definizione irregolari,casuali e sconnessi. Come sconnesso e incomprensibile è tutto ciò che rientra in quella sfera che noi chiamiamo assurdo. I frammenti sono diversi gli uni dagli altri, non sono le tessere di un puzzle, né i mattoni di un muro. Parlare di frammenti mette in guardia. Che lo spettatore non si aspetti di trovare un fil rouge, o qualcosa che li leghi! Perché niente li lega, niente li accomuna. O meglio, una cosa che li accomuna c’è, ed è la loro assurdità. Anche lo stile narrativo adottato da Di Sante ricalca l’anima di questa piccola antologia.
Il narratore cambia, prima la terza persona, poi la prima, poi la terza. Sono brevi sono lunghi. Sono taglienti sono smussati. Conosciamo Andrea, Marco,Bruno, potenziali suicidi, presunti killer, uomini volanti, gatti parlanti.
Assurdo no?
Genre: FICTION / Fantasy / ParanormalDa giorni ormai perdeva le nottate a spulciare tra le righe di quell’antico manoscritto. L’altra notte era andata via la luce in tutto il palazzo e come al solito non era riuscito ad adoperare una candela o una torcia. Ma non si era dato per vinto e aveva continuato imperterrito il suo studio matto e disperatissimo. E anche oggi eccolo lì, accomodato sul grande divano giallo in sala, curvo sull’imponente tomo in pelle anticata dal titolo “Metempsicosi e ciclicità dei flussi vitali”. Non aveva mai notato tutta quella sporcizia fra le piastrelle del pavimento. Avrebbe dovuto rinfacciarlo a sua moglie ogni volta che gli rompeva le scatole; quante litigate per le patatine e le briciole su quel divano quando gozzovigliava con gli amici davanti al favoloso plasma da sessanta pollici! Eh, bei tempi quelli! Erano altri tempi...era un altro tempo. D’un tratto una macchietta grigia attraversò la stanza e si fiondò sul terrazzo attraverso il piccolo pertugio lasciato dalla porta-finestra non del tutto chiusa. Nonostante la concentrazione non poté resistere, si gettò all’inseguimento e in men che non si dica aveva ghermito l’ambitissima preda.
Language | Status |
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English
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Already translated.
Translated by Giulia Mastrantoni
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Spanish
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Already translated.
Translated by Dr. José Pedro Galindo Macías
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