Valerio: alternativo, vegetariano, fuori dagli schemi, impiegato alle poste e decisamente bello. Giulia: meno alternativa di lui, ma abbastanza strana per innamorarsene e seguirlo in rocambolesche avventure a Milano e in quel dell’Argentario.
La loro storia d’amore comincia dopo i festeggiamenti del Carnevale Ambrosiano e, precisamente, al pronto soccorso oftalmico, perché la sagace Giulia, soffiando con molta convinzione in una trombetta di Carnevale, a momenti acceca il Valerio.
La vacanza “alternativa” all’Argentario metterà a dura prova il loro amore. Non in un albergo, non in una casa in affitto e neanche in un campeggio organizzato trascorreranno i loro quindici giorni di ferie, ma in un campeggio libero, popolato da strani personaggi.
Fu vero amore? Ai posteri l’ardua sentenza.
Genre: FICTION / SatireValerio: alternativo, vegetariano, fuori dagli schemi, impiegato alle poste e decisamente bello. Giulia: meno alternativa di lui, ma abbastanza strana per innamorarsene e seguirlo in rocambolesche avventure a Milano e in quel dell’Argentario.
La loro storia d’amore comincia dopo i festeggiamenti del Carnevale Ambrosiano e, precisamente, al pronto soccorso oftalmico, perché la sagace Giulia, soffiando con molta convinzione in una trombetta di Carnevale, a momenti acceca il Valerio.
La vacanza “alternativa” all’Argentario metterà a dura prova il loro amore. Non in un albergo, non in una casa in affitto e neanche in un campeggio organizzato trascorreranno i loro quindici giorni di ferie, ma in un campeggio libero, popolato da strani personaggi.
Fu vero amore? Ai posteri l’ardua sentenza.
Com’è e come non è, forse ho trovato la persona giusta.
Valerio Valerio Valerio.
Lui si chiama Valerio, ha ventisette anni, mangia vegetariano, si cura con le erbe e, di tanto in tanto, se le fuma pure.
Ha un cane orrendo, antipatico, scassapalle e che puzza sempre di sudore stantio. Frequentando il quadrupede ho scoperto che taluni cani sudano e fetono da star male. Non tutti per fortuna. La mia cana – permettetemi questo neologismo temporaneo, in quanto la parola cagna mi dà l’idea di volgarità – non puzza mai, anzi profuma di me, cioè di patchouli. Secondo qualcuno il patchouli puzza di gatto morto, io, invece, credo sia una delizia per nasi fini e raffinati.
Spesso fa discorsi strani. Non il cane, Valerio. A volte proprio di merda!
L’altro giorno, per esempio, mi ha spiegato in modo molto analitico come si fa a evacuare (non nel senso di scappare da un edificio in fiamme) senza farsi male quando si è molto stitici. Io gli ho risposto che non era un mio problema, dal momento che vado liscia come l’olio e puntuale come un orologio svizzero, ma lui ha insistito tanto nel voler elargire a piene mani i suoi consigli, in caso di miei possibili e probabili futuri problemi intestinali, che ho dovuto ascoltarlo, e anche con un certo interesse, per non ferire la sua suscettibilità.
Dunque: quando il malefico (chiamiamolo così per non inasprirlo ulteriormente con epiteti poco carini) si ostina a non voler passare dalle vie che più gli sono consone, noi non dobbiamo né forzarlo, né costringerlo con sotterfugi di bassa lega (i clisteri per intenderci).
Language | Status |
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Spanish
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Translation in progress.
Translated by Carolina La Rosa
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