Incontriamo la protagonista quindicenne mentre va in città per la prima volta. La seguiamo alla ricerca di realizzazione attraverso il lavoro muovendosi al di fuori della famiglia, oltre le aspettative solite di una ragazza in tempi in cui essere qualche cosa di diverso di una madre di famiglia è difficile se non impossibile.
Viviamo assieme a lei le tragedie, gli affetti e l'amore di un'esistenza sostanzialmente solitaria in puntuale collocazione storica di fatti e avvenimenti che contribuiscono a dare risalto ad un quadro assai ben focalizzato.
Il romanzo narra la storia di una donna colta negli anni pieni della sua vita. E', in fondo, una storia d'amore anche se molte sono le chiavi di lettura con le quali si può leggere il libro. Ma non è, tuttavia, solo la storia d'amore di Alvimar, è anche la risposta a delle domande: qual era la situazione economica nel periodo tra le due guerre mondiali in una piccola città del Nord Italia? Come e quanto venne coivolta la gente comune dal fascismo e dalle vicende partigiane?
Il romanzo da alcune rissposte, ovviamente parziali dal momento che racconta solo ciò di cui sono a consocenza i personaggi del libro; risposte però originali, al di fuori dello stereotipo che vuole un'Italia monolitica e coscientemente antifascista fin dalla prima ora.
Genre: NON-CLASSIFIABLEIl libro è stato venduto in cartaceo, nella prima edizione, sull'ordine delle 500 copie. In e-book, per il momento, solo qualche copia
Aveva sì e no quindici anni. Si era messa per l’occasione, una camicetta bianca, con doppia abbottonatura, chiusa fino al collo e una gonna grigia che arrivava a coprirle le scarpe vecchie, tenute ancora bene.
Veramente in città era stata altre volte, però assieme ai genitori e vestendo roba da bambini, come blusotti e gonnelle. Stavolta era sola e oramai grande.
Da un pezzo si preparava all’evento; i fratelli partivano presto la mattina, così di buonora che il pranzo non poteva essere pronto e bisognava pur che l’avessero e caldo abbastanza. L’intervallo per mangiare alla Storer, dove lavoravano i maschi, era assai breve e troppo lunga la strada fino a casa. Allora si doveva portare il paniere, verso mezzogiorno, ai cancelli della Ditta.
La faccenda, da principio, l’aveva messa in agitazione. Avventurarsi fuori della contrada, camminare per tutto lo stradone sotto il sole e con notevole peso al braccio, era piuttosto preoccupante ma, questo era il peggio, percorrere le vie del centro, trafficate di carri, piene di gente agitata, vociante, certo tutto ciò le avrebbe riempito la testa di confusione e rumore. Anche automobili dovevano esserci: figurarsi! Quando ne transitava qualcuna sullo stradone, le urla delle madri richiamavano imperiose i figli ai bordi della via da dove guardavano passare, tra la curiosità e la paura di finire sotto le ruote, l’autovettura rombante. E adesso rischiava di vedersele capitare addosso da ogni parte, con quell’incrociarsi di vie, complicato.
Language | Status |
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Portuguese
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Already translated.
Translated by Sonia Maria Parise
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Author review: Traduttrice molto disponibile e collaborativa. |
Spanish
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Translation in progress.
Translated by Lucia Daniela Montelongo Salazar
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