Sara ha poco più di vent᾽anni quando scopre di avere un tumore. La malattia, pur sconvolgendo la sua esistenza, costituisce l᾽occasione per mettersi in gioco, continuare a fare programmi, a lottare e ad amare, a voler vivere fino in fondo la propria vita a tal punto che persino il rapporto con il suo medico, Roberto, fuoriesce dalle mura dell᾽ospedale e si catapulta nella vita reale, dove amore e paura si intrecciano in un vortice di emozioni intense. A scandire il tempo ci sono i ricoveri in ospedale, gli esami infiniti, le lacrime, i sorrisi, la consapevolezza di una malattia che non vuole andarsene e la rinascita fisica ed emotiva di una ragazza che è costretta troppo presto a diventare donna.
Genre: FICTION / GeneralNella classifica Amazon a pagamento:
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«Sara, devi rifare il prelievo. Stendi il braccio».
Sto ancora dormendo quando la voce dell'infermiera mi risuona in testa come un eco. Non è un sogno e prima che realizzi, sento un ago che mi buca la vena e vedo diventare la cannula rossa. Il braccio l'ho steso inconsciamente, forse in automatico.
«Abbiamo fatto. Premi forte, ti metto il cerotto».
Ok, ora ricordo dove sono e chi sono. Sbadiglio e mi stiracchio, allungandomi verso l'alto con discreta energia, mentre l'infermiera esce. Dalla finestra entra uno spiraglio di luce tenue. Si fa largo nell'ombra della stanza, attraversa il buio di queste quattro mura che mi separano dal mondo esterno.
Mi rimbocco le coperte, guardo l'orologio. Sono quasi le sei del mattino, fortunatamente posso ancora dormire. Richiudo gli occhi e il rumore del telefono sopra il comodino mi riporta alla realtà. Un messaggio. Papà.
Ciao Principessa mia, stai tranquilla. Gesù veglierà su di te in questo percorso.
Tu mi hai sempre detto che ci vuole pazienza papà, ma forse a volte la vita ci mette a dura prova. Così capisco che se sei sveglio a quest'ora è perché la preoccupazione caccia via il sonno e non permette agli occhi di chiudersi e al cervello di scollegarsi. No, il cervello, quello è sempre in movimento, fin troppo presente, fin troppo consapevole. Se parli di Gesù, papà, e non lo fai mai, allora in fondo un po' ci credi. Ci credi che esiste un Dio che ci guarda dall'alto e ci assiste. O forse credi che a Dio ci si possa appigliare in momenti come questi. Se lo nomini una cosa è certa: hai guardato dentro di te e hai bisogno di qualcosa di grande a cui aggrapparti. Qualcosa di forte, che, nonostante il mistero, esiste da sempre e per sempre. Quello che la scienza non può darti. Lo apprezzo, papà.
Language | Status |
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Dutch
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Already translated.
Translated by Debbie Verschueren
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Translated by Caroline Petricola
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Portuguese
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Translated by Joana de Oliveira Fabião
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Romanian
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Translated by Beatrice Scortea
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Russian
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Translated by Veronika Ivanova
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Spanish
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Translated by Ana García García
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Author review: Professionale, precisa, puntuale (traduzione consegnata con largo anticipo). Sempre disponibile e propositiva. Una grande professionista! |
Turkish
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Translated by Isilay Ekin Turkmen
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