Alfredo è un ragazzo normale che vive nel suo normalissimo domani dove la tecnologia ha fatto passi da gigante anche se quei passi sono stati usati dai pochi che l’hanno poi distribuito a piccoli passi ai molti come fossero briciole ad un affamato. Una società dove molto è cambiato senza forse esserlo davvero.
Come ogni ragazzo, come ogni uomo, come ogni essere umano spera, almeno per sé stesso, in un domani migliore ed è questo che insegue con tenacia e convinzione divorato dall’angoscia e voglia di riscatto.
Quando, in questo futuro incerto, tale possibilità gli verrà offerta lui la coglierà al volo abbracciandone ogni singolo aspetto e conseguenza: tale è la voglia di crederci con tutto sé stesso.
Fino a dove ci si spinge per la ricerca di un domani migliore? Quanti e quali sacrifici si è pronti a fare? Domande retoriche ma alle quali Alfredo risponde con fatti concreti.
Ogni medaglia però, da che mondo è mondo, ha sempre due facce e Alfredo dovrà vedere se confrontarsi o meno con quella a lui nascosta o decidere di accettare e convincersi che in realtà sia tutto normale.
Fredo, in questo tardo e buio pomeriggio di fine autunno, camminava lungo l'affollata via Maestra di Neo Apuania.
Era quasi inverno ma non faceva freddo. A dire il vero era un bel pezzo ormai che non faceva più freddo da nessuna parte. L'ultimo vero inverno si perdeva nelle memorie d'infanzia dei nonni di quelli della sua generazione.
Ogni tanto suo padre se ne lamentava ma a Fredo non piaceva il freddo. Forse per questo non riusciva ad essere così triste e arrabbiato della scomparsa di quella stagione come invece lo erano altri.
Lui era una persona normale non un privilegiato scolaro. Non aveva tempo per queste cose, doveva pensare a come guadagnarsi la pagnotta quotidiana lui. Altroché perdere tempo a parlar di clima e altre cose che ormai, per come la vedeva lui, erano così com'erano e non sarebbero stati certo sterili parole ed inutili infuocati dibattiti a fare la differenza.
Fredo si era sempre considerato un tipo pratico, coi piedi per terra, per questo la sua risposta era sempre la stessa: Se davvero vi sta tanto a cuore l'inverno smettetela di parlarne e fate qualcosa.
Intanto, mentre i suoi pensieri continuavano ad indugiare sul vero inverno che non aveva mai conosciuto, costantemente spinto e spingendo a sua volta le persone intorno a lui che affollavano la strada, arrivò a destinazione.
Alzò lo sguardo sull'insegna tridimensionale sopra la sua testa: Laboratori IG.
Continuò a fissare l'insegna e, per la prima volta in molti mesi, venne assalito dal dubbio. Voglio farlo veramente? Si chiese. La tua vita sarà migliore si disse ripetendosi come un mantra queste poche parole piene di speranza. Una speranza che ormai stava perdendo e alla quale non voleva rinunciare.