Una moglie da conquistare by Simona Liubicich

Romanzo rosa storico vittoriano

Una moglie da conquistare

Londra – Irlanda 1897

Sono passati cinque lunghi anni da quando Blaine, moglie del duca di Abercorn, è stata abbandonata quasi subito dopo il matrimonio. Lo scandalo e la vedovanza – il duca era stato creduto morto in circostanze misteriose – l’hanno provata nell’anima e nei sentimenti, rendendola dura e malfidata nei confronti del mondo.
Non può credere ai suoi occhi quando una sera a teatro lo intravede in un palco. 
Un fantasma? Un’allucinazione? Ben presto Blaine si rende conto che non è così.
Damon Hamilton è tornato a casa, deciso a rimediare ai suoi errori e a riprendersi la moglie, ma dovrà fare i conti con una donna, questa volta, una donna caparbia e intelligente che non si fa più manipolare e con qualcosa di molto più grande e potente, qualcosa che nessuno dei due si rende conto ancora di provare: l’amore.

Genre: HISTORY / Europe / Great Britain

Secondary Genre: HISTORY / Europe / Great Britain

Language: Italian

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Word Count: 200.000

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Autrice ufficiale Harper Collins Italia, scrivo anche in SP e i miei libri sono sempre ben venduti.


Sample text:

Blaine aprì il grande ventaglio di pizzo cercando sollievo quando lo sguardo le cadde sul palco proprio di fronte al suo. Sentì le guance perdere colore di colpo e tutta l’aria calda abbandonarla, sostituita da un freddo glaciale. Non può essere…, pensò, ma in quel momento le luci si abbassarono lievemente e il pubblico tacque: la regina Vittoria stava facendo il proprio ingresso nel palco. Tutti si alzarono in piedi e fecero una riverenza alla sovrana che rispose con un cenno del capo prima di sedersi sullo scranno dorato accompagnata da Maria di Sassonia Coburgo-Gotha, regina consorte di Romania e Vittoria di Prussia, principessa di Schaumburg-Lippe.

Blaine trovò la sovrana stanca, provata. Ormai era anziana, ma conservava nonostante tutto quella fiamma nello sguardo che l’aveva resa la più grande regina di tutti i tempi. Non partecipava quasi mai alle manifestazioni mondane e di questo i suoi sudditi si erano lamentati, così - almeno pensò - aveva deciso di accontentarli. D’altra parte Balmoral, in Scozia, era diventata la sua residenza pressoché fissa e a Londra era molto difficile incontrarla.

Tornò con lo sguardo al palco di fronte al suo. Un fantasma?, si domandò. È tornato per perseguitarmi? Eppure era seduto lì, da solo, e quegli occhi ne erano la testimonianza, uno sguardo che lei non era riuscita a dimenticare, nonostante tutto. Indossava uno smoking nero, il risvolto del collo in raso, camicia bianca e un panciotto in broccato argentato di fattura costosissima, probabilmente opera dei sarti Henry Poole &Co, con cravatta a plastron e gemelli di diamanti. Il volto rimaneva seminascosto nell’ombra del palco, ma Blaine non aveva dubbi: era Damon, l’uomo che le aveva rovinato la reputazione e spezzato il cuore.


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