Tombe d'Acciaio by Davide Cassia

Thriller

Tombe d'acciaio

Francesco ha una vera e propria fobia per le autostrade, ma il suo lavoro lo costringe a viaggiare ogni giorno. Soffre di allucinazioni, rivede gli incidenti accaduti e rivive le emozioni delle persone che hanno perso la vita sulla strada. Che strano legame c’è tra queste visioni e la morte della moglie avvenuta tre anni prima in un incidente stradale.

Genre: FICTION / Thrillers

Secondary Genre: FICTION / Occult & Supernatural

Language: Italian

Keywords:

Word Count: 65322

Sample text:

Lampi nella notte: erano gli occhi fiammeggianti di centinaia di automobili in movimento. Bolidi di acciaio correvano lungo l’autostrada, ingoiando chilometri e asfalto. La paura era lì, presente, come se fosse seduta sul sedile posteriore, come se lo fissasse con occhi malevoli dallo specchietto retrovisore.
Gocce di sudore gli scendevano dalle tempie, solcando la pelle del volto e lasciando tracce che riflettevano le luci fuori dall’abitacolo. Le mani stringevano il volante come se fosse l’unico legame tra lui e la realtà, come se non esistesse nient’altro.
Accese la radio per cercare di distrarsi, per scacciare quella maledetta angoscia che ormai da diversi mesi lo attanagliava ogni volta che saliva in auto e percorreva una qualsiasi strada. Non poteva fare a meno di notare i particolari di morte: i cristalli infranti ai bordi della carreggiata, le lunghe sgommate dei pneumatici, i componenti metallici persi da qualche auto incidentata, i guardrail piegati, i distanziatori di cemento con aloni neri di macchine esplose o incendiate. Nessuno sembrava notare quei particolari a parte lui. Oppure facevano finta di non vedere, la mente cancellava quei segnali per permettere agli autisti frenetici di giungere prima alla loro destinazione. Schegge impazzite in un mondo troppo veloce, tombe d’acciaio che traghettavano anime pronte da un momento all’altro ad essere falciate.
Le casse della radio diffusero una vecchia canzone dei Pink Floyd, rilassante, molto bella, ma per lui non era altro che la colonna sonora della sua paura. Spense l’apparecchio e si guardò nervosamente attorno. Uno lungo serpente lucente procedeva in tutte le direzioni; i fari davanti brillavano rosso sangue, quelli alle sue spalle era dardi d’avorio infuocato.


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