A volte ritornano, verrebbe da dire, citando il titolo di una celebre antologia del maestro Stephen King, ma in questo caso non se ne sono mai andati del tutto e non ci resta che rievocarli, magari con una seduta spiritica. Stiamo parlando di quei racconti horror capaci di appassionarci e spaventarci in gioventù e che ancora oggi sono fulgidi esempi di come anche la carta stampata possa provocare brividi lungo la schiena e notti insonni.
Fra le mani avete una raccolta tributo a quegli autori che hanno fatto la storia del mistero e del terrore. E così non sarà difficile scorgere riferimenti al sopraccitato Re del Maine o a Richard Matheson, ma anche a Philip K. Dick, Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft e tanti altri.
Una volta varcata la prima pagina vi troverete in mezzo a vampiri, zombi, demoni, alieni, esperimenti, maledizioni e abomini assortiti.
Storie a volte crudeli, spesso ciniche, quasi sempre spiazzanti. Racconti così non potevano che essere… scritti con il sangue.
Tutte le fottute volte, la sensazione che mi riconosca mi coglie impreparato e d’istinto mi viene da andargli incontro. Ma poi il suo viso si deforma, schiude oscenamente le fauci e cerca di afferrare la mia immagine al di là del vetro con quelle mani adunche e bramose. E mentre articola l’orifizio maleodorante che ha al posto della bocca, muove le dita oblunghe e nodose, come se afferrasse l’aria.
Quante volte avrei voluto abbracciarlo, dirgli che va tutto bene. Quante volte ho pensato che volesse solo un po’ di calore umano. In realtà in me vede esclusivamente cibo per le sue disarticolate mandibole insaziabili. Ormai dovrei essermene fatta una ragione e invece no. Cazzo, anche se così conciato è sempre lui, mio padre.