Scherzi da Adulti by Marco FOGLIANI

I racconti, tra quelli dell'autore, sconsigliati ad un pubblico di minori non accompagnati

Scherzi da adulti

Se vi aspettate di trovare qui dentro racconti piccanti e pieni di sesso sfrenato, rimarrete delusi. Diciamo che semplicemente ho voluto raggruppare qui quella parte dei miei racconti (generalmente adatti a tutti) che trattano invece di temi un po' più forti, non proprio adatti per i bambini. Diciamo che una volta si sarebbero etichettati come v.m. 14 (ma i ragazzi di oggi non sono come quelli dei tempi miei, quindi forse anche loro possono leggerli). Quindi non solo rapporti uomo-donna, anche se questo aspetto ha un ruolo preponderante (ad esempio "Il peso di un segreto", "Quando Fuffy si è smarrito" e "Anime e diavoli" non rientrano in questa sfera).  

Di seguito l'elenco dei racconti inclusi nella raccolta:

DIAVOLI E AUTOMOBILI
DUE MOGLI
FRA CIRINO E DON CICCILLO
IL BUNKER
IL FIGLIO NON ADOTTIVO
IL PESO DI UN SEGRETO
IL PROGETTO PILOTA
IL REGALO DI COMPLEANNO
L’AMANTE INGLESE
LA CONFESSIONE
LA PERFIDIA DELLE DONNE
LA PRINCIPESSA CAPRICCIOSA
LA ROSCIA
LA SCOMMESSA
LE ULTIME NOTTI DI VLADIMIRO, CONTE TIRANNO
MILLE ED ALTRI CENTO
QUANDO FUFFY SI E' SMARRITO
SESSANTA!
UNA NOTTE DA INSONNI

Dato il carattere tematico della raccolta, si avverte che i racconti qui contenuti possono essere presenti anche in altre raccolte tematiche dello stesso autore.

Genre: FICTION / Fantasy / Short Stories

Secondary Genre: FICTION / Short Stories (single author)

Language: Italian

Keywords: adulti , scherzi

Word Count: 59414

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Sample text:

La mia vecchia, sdraiata supina nel suo letto, agitava il vecchio campanello sul comodino quasi per amplificare il beep intermittente di una sveglia per lei troppo moderna.

“Ho sentito, ho sentito. Sto arrivando, mamma”.

“E' l'ora delle mie medicine. Me le hai preparate le medicine?”

“Ma si, mamma, sono lì pronte al solito posto dentro al piattino. E anche il tuo bicchiere. Basta che allunghi la mano.”

“Sono le mie, le medicine, vero?”

“Ma certo: e di chi vuoi che siano? C'è forse qualcun altro in questa casa oltre a noi due?”


 

Quasi per caso i suoi occhi in quel momento erano aperti: ormai li teneva chiusi la maggior parte del suo tempo solo perché, diceva, le costava meno fatica. Ma anche a vederli aperti, così grigi e sempre più persi e sbiaditi, poco cambiava: il loro aspetto confermava sempre più chiaramente quanto il dottore ci aveva detto l'ultima volta, e cioè che la sua vista era ormai ridotta al lumicino.


 

Povera mamma. Vederla in quelle condizioni mi faceva pensare che la vita si fosse presa gioco di lei.

Fino a pochi anni prima, fintantoché il fisico glielo aveva permesso, era stata attrice di teatro, passione che mi aveva trasmesso assieme ai cromosomi. Lo scherzo del destino era che nell'opera di maggior successo da lei interpretata c'era una scena intera in cui lei era proprio in queste condizioni, inferma dentro ad un letto. Forse in quella scena, che io stessa mi ero rivista registrata per decine di volte, se la ricordavano quei pochi, pochissimi che si erano ricordati di lei in questi ultimi anni. Una scena che adesso, confrontata con la realtà, dava piena evidenza di tutti i suoi limiti di attrice.

 


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