Scenderà un’altra notte è un romanzo urban fantasy nel quale si sovrappongono e si compenetrano generi differenti ove non mancano visioni apocalittiche e suggestioni macabre.
IL mondo che il libro delinea è una realtà sorta sulle ceneri del mondo attuale, distrutto dall’arroganza degli uomini e dalle devastazioni della Notte, metafora degli sconvolgimenti climatici e delle guerre che lo hanno attraversato e annientato, in un futuro immaginifico in cui il ritorno a visioni legate ai secoli bui del Medioevo europeo si fonde con il presente.
I capitoli del libro, Terra, Aria, Fuoco, Acqua, sono gli stessi degli elementi che ancora compongono la “materia”, ma le Creature che la abitano sono altra cosa: per fortuna c’è Lyn, indissolubilmente legata agli stessi Mostri che deve combattere. Sulla sua carne è inciso il marchio di fata, che la condanna a non tradire la sua gente, ma nel suo petto batte un cuore umano.
Romina Casagrande, appassionata di folklore, ispira le proprie opere alle leggende e ai luoghi misteriosi dell’Alto Adige, la sua regione. Per Nulla Die ha pubblicato Falling Down (2013), Morning star (2012), Dreamland Forest (2011).
Genre: FICTION / GeneralLa fata dormiva. Così doveva essere cominciato tutto. Proprio in una notte simile a questa. Aveva corso per giorni, concedendosi solo qualche ora di sonno agitato. La paura aveva affrettato la marcia e aveva reso più sopportabile la fatica del viaggio. I sensi in agguato continuavano a sibilare di pericoli nascosti tra le nebbie, e di spie che tornavano dai padroni per raccontare di lei. Soltanto il sudore aveva bagnato le labbra tagliate dal sole e una manciata di bacche selvatiche era bastata per zittire la fame. Non c’era più tempo, si era ripetuta stringendo al fianco la borsa nascosta sotto il mantello. Era nostalgia quella che provava? O soltanto paura per il tradimento che stava per compiere? Di qualsiasi cosa si trattasse, era una sensazione che le faceva sentire freddo e non le piaceva per niente. Come la luna che non aveva smesso un solo istante di guardarla e le sfiorava i lunghi capelli del colore dei muschi, le guance pallide, attraversate dal rosso di labbra abbandonate al sonno. La sentiva anche da lì sotto, protetta in un dormiveglia nervoso che la intrappolava sotto le onde di un oceano. Gli ultimi metri erano stati una fatica immane, che aveva bagnato gli stivali di fango e insanguinato le caviglie. La gomma con cui erano fatti doveva servire a questo, a proteggerla dalle insidie di un suolo selvatico. Eppure non era bastato. Il sapere delle fate non era infallibile, aveva pensato asciugandosi il sangue. Non si era certo illusa che attraversare le paludi sarebbe stato un gioco. Ma era agile e minuta: un insospettabile vantaggio, se ti sei messa in testa di salvare il mondo. Una volta toccata l’erba tenera della radura, si era sentita in salvo. Ma era troppo sfinita per continuare.
Language | Status |
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Spanish
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Already translated.
Translated by Tania Batista Garcia
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