«Potevano essere dappertutto e non emettere alcun rumore. Alcuni erano velocissimi, furtivi e con riflessi oltremodo sviluppati. Vi fosse stata più luce, la situazione sarebbe stata più gestibile. Loro odiavano l’illuminazione intensa. Li rendeva ciechi e vulnerabili.»
Charles MacDermhott è l’ultimo superstite della città di Revel e lotta strenuamente contro i ragni giganti che hanno scalzato l’umanità dal podio di specie dominante del pianeta Terra. Le giornate dell’uomo trascorrono in completa solitudine fino all’arrivo di Lucia; la ragazzina è in fuga da Jacksonville, l’inferno terrestre presidiato da orde di aracnidi corridori. Nessuno sa da dove provengano queste creature né chi le abbia create. C’è una sola certezza: non c’è modo di arrestarne l’avanzata. Se MacDermhott sembra abituarsi alla sua nuova condizione di “cacciatore eremita”, altri individui non sono dello stesso parere. Dalle ceneri della società umana divorata dai ragni giganti iniziano a emergere nuovi e più terribili mostri. Chi sono i misteriosi uomini in nero che tiranneggiano fra le strade di una città in rovina e quali sono le loro intenzioni? Mentre una nuova progenie di incubi si appresta a invadere Revel, MacDermhott comprenderà che la più terribile delle minacce può nascondersi soltanto nei meandri più reconditi della mente umana.
Genre: FICTION / HorrorLa città dimenticata
Quando Charles MacDermhott si destò, le strade di Revel erano ancora celate nell’oscurità.
«Meglio così», si disse l’uomo. Non era prudente uscire di casa finché era buio, ma avrebbe avuto più tempo per prepararsi alla giornata. Scese dal letto con un balzo. Il contatto dei piedi nudi con il pavimento freddo si propagò come un brivido gelido lungo le ossa delle gambe.
Tolse in fretta i pantaloni del pigiama, indossò i jeans sdruciti e la camicia. In bagno, si lavò la faccia con l’acqua fredda contenuta in un secchio e curò minuziosamente l’igiene dei denti. Non era il caso di rischiare una carie o un’infezione gengivale con i tempi che correvano. Dentifrici e spazzolini erano divenuti merce gratuita, come tutto il resto, ma i dentisti veri scarseggiavano. Che MacDermhott sapesse, non ne era rimasto nessuno.
Passò il filo interdentale fra molari e premolari, inghiottì un sorso di collutorio e sputò nel lavandino. L’acqua usciva dal rubinetto in un rivolo stento e contorto.
Non accese la luce. Meglio tenere a nanna il generatore, per quanto possibile. Negli ultimi giorni quel vecchio catorcio gli aveva dato diversi problemi. Presto sarebbe venuto il momento di sostituirlo con uno nuovo.
Si aggirò per casa, svolgendo i preparativi della giornata con metodica efficienza.
La benzina. Due taniche in soggiorno, prelevate dal distributore della provinciale per Jaksonville una settimana prima. Le aveva lasciate lì perché si era accorto che, con i nuovi tappi in guaina di gomma, non fuorusciva quel raccapricciante odore di carburante che era abituato a sentire con le altre.
Language | Status |
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Russian
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Translation in progress.
Translated by Elena Chemogina
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