Sono tantissime le esperienze che mi sono pervenute, come feedback di una scrittrice erotica. La mia scelta, di raccontare il piacere, ma anche la perversione, dal punto di vista femminile, ha dato probabilmente coraggio a tante donne, ormai amiche. Mi hanno contattata per confidarmi la loro realtà; il loro vissuto al femminile, spesso taciuto per mille, odiosi motivi.
In questo libro un'altra serie dei racconti più emozionanti e attuali; mi hanno emozionata da subito e spero di trasmettere al lettore altrettanta adrenalina, curiosità, passione.
Tutti i racconti hanno ottenuto migliaia di letture e molti apprezzamenti dal pubblico dei lettori.
Mi chiamo Rosa, ho sessant’anni… e sono piegata sul tavolo della cucina di casa mia.
Ho i gomiti e gli avambracci poggiati sul piano, per sostenermi; le mani conserte, non giunte, perchè non sto pregando! Al contrario… Forse sono in procinto di compiere il più inconfessabile dei peccati della vita mia.
Non so quanto questo contribuirà alla mia perdizione, ma sono ancora una bella donna. Alla mia età non si può più mentire, o illudersi: il fisico parla chiaro della tua salute, non della tua bellezza. Basta pesarsi; basta che gli acciacchi e i dolori dell’artrite non ti facciano procedere storta, o peggio. Le carni toniche, il culo sodo, i seni consistenti… se a sessant’anni sei così: allora sei, indiscutibilmente, una bella donna… ed io, fortunatamente, sto benissimo. E poi da giovane ero molto bella… è innegabile, basta osservare le foto, che conservo tanto amorevolmente. Nonostante questo, sono quasi certa che, la bellezza, sia solo l’ultima delle attrattive che potrebbero indurmi a essere complice di un esecrando peccato… e, di conseguenza, peccatrice io stessa.
La cosa che mi perderà, ne sono certa, è la cultura. L’amore, (che adesso maledico) per la lettura, la conoscenza. La passione per le arti e per i grandi artisti… poeti, pittori, scultori: amanti del bello, per forza di cose e pertanto, irrimediabilmente, lascivi, molli al peccato; promiscui, sessualmente confusi. Se non avessi amato tanto la cultura, sarei stata di certo meno sensibile, meno permissiva; non mi sarei persa ogni volta in mille se e mille ma! Probabilmente non mi sarei accorta di niente, oppure avrei gestito la cosa “a suon di ceffoni”. Come quelle belle mamme di una volta, che allevavano i figli alla maniera Spartana: o sopravvivevano, maschi e animaleschi, o restavano, per tutta la