Questo potrebbe sembrare un meta romanzo, ma non lo è. Questo è un giallo, un verde e un blu notte con dei riflessi d'argento. Mi sono divertita a scriverlo e spero che voi vi divertiate a leggerlo. Tommaso è il mio alter ego, uno pseudo scrittore che si fa prendere un po' la mano da ciò che scrive e ci rimane sotto di brutto, ma alla fine se la cava e si risolve anche il mistero. Perché ve l'ho detto che è pure un po' giallo, no? Questa è la seconda edizione, anche se la prima è passata praticamente sotto silenzio per quei casi della vita che vai a sapere, e quindi è come se fosse nuovo di zecca. Non mi va di svelare la trama, leggetevi l'anteprima e poi, se vi piace, leggete pure il resto e fatevi la vostra opinione. Vi dico soltanto che si parla di scrittura, di mamme impiccione, di personaggi strani e testardi, di una storiella di amore convenzionale e una di amore non convenzionale. C'è una pastina cotta in brodo e ci sono tante penne, tutte le penne del mondo. Ho finito e l'unica cosa che mi resta da dire è questa: Ne sarà valsa la penna? Decidetelo voi, sovrani lettori.
Genre: FICTION / Humorousrecensione da amazon
La premessa de "Ne sarà valsa la penna?" sarà chiara, anzi lampante, a qualsiasi aspirante scrittore: Tommaso vede Iaia, ci parla e questa lo rimbecca a ogni occasione. Rappresenta l'incubo di ogni autore: i personaggi che si ribellano. L'idea non è originale, ma il modo in cui si risolve l'equazione è meno scervellotica di quanto ci si potrebbe aspettare. ...i colpi di scena avvengono aprendo nuovi scenari, che poi ne aprono altri e altri ancora, finché il finale non chiude il cerchio, lasciando comunque uno spiraglio aperto. Questo non faccia pensare di trovarsi davanti a inutili complicazioni, poiché all'avvio di una nuova sotto-trama la precedente tende a chiudersi, anche se non immediatamente. Il lettore non è mai confuso, in pratica, e tutto scorre a meraviglia con tanti interrogativi, ovvio, ma che potrebbero essere svelati stando attenti ai numerosi indizi disseminati nel testo.
A sostenere il tutto Tommaso, che racconta in prima persona. Buono, ingenuo e incredibilmente sfigato, un po' arrogante come tutti gli scrittori (ma senza eccessi), vittima degli eventi e trascinato da essi, al punto che le sue azioni per rimediare generano ulteriori disastri. Tommaso risulta simpatico anche per i suoi difetti, le menzogne sparate a nastro per evitare domande, i cedimenti verso amori e passioni che nemmeno capisce e la sua reazione fatalista quando si rende conto che tutto ciò che gli accade potrebbe essere orchestrato dai suoi stessi personaggi. Aggiungiamo mamma Elina, forse il personaggio meglio riuscito del lotto. Una donna severa e disillusa ma con tanta voglia di riscatto, combattuta tra l'antico affetto verso il marito e l'odio profondo verso lo stesso. Un autentico Mr Hyde, i cui interventi nella parte centrale del romanzo (durante la stesura della biografia di Tommaso) sono esilaranti.
Tommy Rose mette in piedi un autentico teatrino di maschere, che cambiano volto e diventano imperscrutabili e imprevedibili. Lo stesso Tommaso, che pur non dovrebbe sorprenderci visto che racconta tutto in prima persona, riesce a sorprendere il lettore con azioni apparentemente insensate. Il bello de Ne sarà valsa la penna è che fa molto affidamento sull'interpretazione del lettore stesso, essendoci livelli di lettura tali che, alla fine, saremo noi stessi a decidere che cosa sia accaduto veramente.
Nel mezzo abbiamo, come già detto, una commedia ricca di equivoci, dove Tommaso perde costantemente il controllo della situazione; la sua vita viene letteralmente invasa da comprimari di ogni genere e tipo, con i soli punti fermi della succitata madre e di Teresa. La donna dei suoi sogni? No, ma va bene così. Un parere del tutto personale e pertanto opinabile: Ne sarà valsa la penna è un bel romanzo, intrattiene e diverte senza scomodare grosse tematiche. Un aspirante scrittore, ma anche uno navigato, potrebbe trovare pezzi di se stesso nel protagonista, che incarna a tutti gli effetti il loro incubo peggiore.
È da un mese che continua questa storia e, a parte qualche interferenza nei dialoghi, fino a un certo punto è filato tutto abbastanza liscio. È stato soltanto verso pagina sessanta che Iaia ha cominciato a dar di matto.
«Non ti puoi comportare così, non è democratico. Non puoi decidere sempre tutto da solo, non si fa».«Ti sento un po’ negativa… tutti 'sti non. E poi chi l’ha detto che non posso decidere? Sono io lo scrittore, tu sei una mia creatura e quindi, mia cara, se non la pianti di stressarmi ti tolgo da pagina uno e così te ne torni nel nulla», ribatto un po’ scocciato.
«Tanto lo so che non lo faresti mai, senza di me il tuo libro perderebbe spessore con quella banda di insulsi che mi hai messo accanto. Ce ne fosse uno che merita un po’ di considerazione, a parte Daniele naturalmente, ma anche lì avrei qualcosa da ridire».Stizzita gira per la stanza brontolando come una pentola di fagioli in ebollizione.
E così tutti i giorni la medesima storia, ma si è mai vista una cosa simile? Un personaggio deve imparare a stare al suo posto, lo scrittore scrive e il personaggio esegue e se io, che in questo caso sono lo scrittore, decido che Iaia debba avere un incidente così andrà perché il soggetto del romanzo è già tutto nella mia testa e non sarà una sciacquetta qualunque a farmelo variare.
Salvo il file e, infastidito, spengo il pc, ma Iaia non ne vuole sapere di stare zitta.
«Adesso spiegami», continua, «perché dovrei finire in fondo a un burrone e poi restarmene in coma, chissà per quante pagine, mentre quella stronzetta di Sara continua a vivere tranquilla e se ne va in giro fingendo pure di essere dispiaciuta per la mia sorte.