Mimma by Valeria Pecora

50 years of history of Mimma's family

Mimma

"Mimma", is a novel that tells fifty years of the history of a family. The main character, Mimma, is a woman who was born in Sardinia in the early 30's. She lived during the fascism in a small miner's village, trying to avoid the family fate of an entire life spent working in the local mine. She became a saffron farmer, then a very young mother who later loses both her husband Eduard and their son, and soon goes crazy over her sorrow. The leading thread of the whole story, though, is love. Love between Mimma and Edoardo, but also love for freedom and justice. Love is what rouses Mimma from her insanity, and brings her to create a new life and family for herself. This book was awarded the first place in the literary prize "Antonio Gramsci".

Genre: FICTION / Biographical

Secondary Genre: FAMILY & RELATIONSHIPS / General

Language: Italian

Keywords: Family, History, fiction, Sardinia, women, mines

Word Count: 40.117

Sample text:

Capitolo I. La confessione

 

 

Gennas Serapis, 1972

L’aria tersa annunciava la fine di ottobre; il mese insolitamente era il più gelido degli ultimi vent’anni. Prima di entrare, si arrestò sull’ultimo gradino a guardare il cielo: ruzzolava imbottito di celeste, con poche nuvole leggere e sfatte che si scioglievano dentro. Mimma segnò la fronte con una croce del pollice, ancor prima di oltrepassare la soglia. Premette la maniglia e avanzò con coraggio: dentro, l’incenso smodato molestava l’aria, l’odore dolciastro dava alla testa.

“Ecco le conseguenze di un noviziato appena concluso” pensò.

Avvertì con un brivido l’escursione termica, nel passaggio dalla strada ghiacciata al calduccio interno della chiesa. Il parroco era arrivato da poco in paese. L’accolse quella mattina nelle braccia buone del confessionale. La luce li illuminava a lame, penetrando tra i vetri colorati della sagrestia. Mimma non poteva vedere nitidamente ma si immaginava di ritrovare suo figlio, in quella barba appena spuntata e tra quei capelli bruni e sottili. Il sacerdote con voce calma e partecipe chiese:

«Chi è lei? Come posso aiutarla?»

Le domande vibrarono di sincera curiosità.

La donna liberò il volto dallo sciarpone nero che l’avvolgeva. Trattenne il respiro e poi sospirò:

«Chi sono?»

«Sì, chi è lei? Come si chiama? - ripeté con un tono più forte - io sono don Efisio» si presentò il prete, incontrando il suo sguardo attraverso la grata metallica che li separava.

 


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