La terra è sovrappopolata. Gli esseri umani sono ormai troppi. Anni di progresso tecnologico a tutto campo ne hanno decretato, decennio dopo decennio, un aumento quasi esponenziale. Ogni tentativo fatto per contenere la crescita è stato vano. L’espansione nello spazio non ha dato i frutti sperati. La terra è allo stremo e l’umanità sull’orlo di una prossima estinzione.
Migliaia di ipotesi vengono fatte, migliaia di soluzioni prese in esame, migliaia di ricerche vengono condotte e sovvenzionate. Niente viene tralasciato. Tutto viene esaminato. Persino le idee più astruse e congetture più fantasiose vengono studiate a fondo. Così in questo marasma di idee, in questa palude di pensieri sorge la soluzione. La soluzione è semplice quanto assurda eppure apparentemente possibile: rimpicciolire l’umanità intera.
Un percorso sconosciuto che una volta intrapreso non può essere annullato eppure, ciò nonostante, un percorso che sembra ormai inevitabile ma, benché tutti ripetano di si, siamo sicuri che tutti i pericoli siano stati presi in considerazione?
Tutto era iniziato un giorno normale di primavera inoltrata nella rifondata citta di Angkor Wat. Due squadre di manutentori erano state chiamate dagli osservatori ed inviate insieme ad un plotone di soldati a verificare delle strane segnalazioni rilevate dagli strumenti dalla vicina centrale elettrica. Poco più di una manutenzione straordinaria. Due squadre di dieci manutentori e un plotone di quaranta soldati. Tutto assolutamente normale.
I manutentori salirono sul loro drone da trasporto, i soldati su altri due e il convoglio venne ulteriormente scortato da altri quattro droni da difesa. Procedura standard. Niente di anormale. Il viaggio fu tranquillo. Un paio di uccelli vennero allontanati usando il richiamo dell'aquila, normale amministrazione, succedeva sempre. Arrivati alla centrale atterrarono sul tetto. Dal tetto i manutentori e i soldati andarono in sala comando. Lì identificarono la sorgente del segnale anomalo. I manutentori ritennero fosse il solito topo che rosicchiava i fili. Una squadra di manutentori e mezzo plotone di soldati fu inviata a sistemare il tutto. Le armi furono settate su ultrasuoni per topi. I topi, come sempre furono scacciati con facilità, i fili riparati, cosparsi di una nuovissima miracolosa sostanza scacciatopi (che erano quelli che facevano più danni) e tutti tornarono ad Angkor Wat. Tutto normale.
Non appena tornati però vennero richiamati dagli osservatori: Il problema si era ripresentato subito dopo il loro ritorno a casa. Immediatamente ripartirono come da protocollo.
Tornati alla centrale osservarono che non erano più i topi a causare il problema bensì le formiche. Una miriade di formiche che si erano radunate intorno ai fili che avevano appena riparto. Queste formiche si comportavano in modo strano.
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