Con una falsa identità, un ladro si introduce nel Tempio del Destino, e prende parte alla missione per il recupero della Prima Polvere.
Un'antica foresta racchiude un terribile segreto, e porta alla pazzia chi osa avventurarsi in essa.
La dimora abbandonata dell'Incantatore cela arcani malefici, nelle sue profondità.
Xinti dovrà confrontarsi con la volontà della Prima Goccia, mentre tenta di portare a termine la missione di soccorso affidatale.
Intanto, a Monte Corvo, Io Bracht stringerà un fragile patto con Àchenar il 46°, dinanzi a un'oscura creatura.
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Il sole era ormai alto in cielo, quando Berard Clam’re giunse in vista di Mefàs, un modesto villaggio, sperduto nelle regioni più occidentali del continente di Elenyas.
Faceva caldo e l’aria era intrisa di umidità. La boscaglia lo aveva protetto per diverse ore di cammino, regalandogli una gradevole ombra, ma ora non scorgeva nuovi ripari.
Davanti a lui si apriva una vallata sterminata, fatta di prati fioriti e campi coltivati, alternati a numerosi torrenti e canali d’irrigazione artificiali.
Berard era un giovane uomo di trentaquattro anni, esile e piuttosto basso, ma con un certo fascino. Portava i capelli corti, mentre aveva lasciato crescere i baffi e il pizzetto.
Sbuffò. Detestava sudare, e il pomposo vestito che indossava non lo aiutava certo a evitare il problema. Faceva il cantastorie, di professione, e come tale, il ruolo gli imponeva un abbigliamento particolarmente sgargiante e colorato, che poteva ricordare quello del presentatore in un circo.
Ma Berard era prima di tutto un ladro.
Era disonesto: lo era fino al midollo. Per lui, truffare il prossimo non era solo un modo per sopravvivere e arricchirsi, era innanzitutto una forma d’arte. Servivano numerose abilità, che non si apprendevano dall’oggi al domani, e lui andava particolarmente fiero delle sue. Aveva appreso tutto da suo padre, e ancor più da sua madre. Lo avevano addestrato come meglio avevano potuto, e infine lo avevano salvato, prendendosi la colpa per un suo errore.
Erano stati incarcerati nell’inespugnabile rocca di Hauryn, e da lì non erano più usciti.
Era stato avventato e imprudente, in quell’occasione, e da quella volta si era ripromesso che avrebbe onorato la loro memoria, impegnandosi a non farsi mai più scoprire.
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English
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Already translated.
Translated by Rosemary Dawn Allison
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