Conosco don Giovanni Cereti da molti anni. Il motivo della nostra conoscenza è la Basilica di San Pietro in Roma. A quel tempo io ero uno degli organisti e don Cereti era uno dei sacerdoti che celebravano la Messa alle 17, cosa che probabilmente continua a fare anche oggi. Ricordo che ci incrociavamo in Sacrestia e salutavamo velocemente, ma non c'era più di tanta confidenza a quel tempo.
Poi ho scoperto che don Cereti era rettore della Chiesa di San Giovanni Battista dei Genovesi in Trastevere, la Chiesa dove i miei genitori si erano sposati. Qualcuno mi aveva anche detto che don Cereti era considerato uno degli esperti più in vista per quello che riguarda il dialogo ecumenico. Malgrado questo e visto che per 7 anni ho vissuto a Macao, i nostri contatti sono stati poco più che sporadici. Poi un giorno del 2014 l'ho incontrato per strada e abbiamo cominciato a chiacchierare. Lui mi ha regalato alcuni dei suoi libri e io gli ho regalato alcuni dei miei. Mi era sembrato veramente importante parlare con lui più approfonditamente, vista la sua cultura e conoscenza di temi che formano l'oggetto di un dibattito ecclesiale e sociale molto ampio e a tratti aspro. Don Cereti, che è persona veramente molto mite, molto volentieri ascoltava le mie impressioni e divergenze e cercava di farmi capire il suo punto di vista. Da questi discorsi informali è nato questo libro. L'intervista fu realizzata nel 2014 in una stanza della rettoria di san Giovanni Battista dei Genovesi. Abbiamo parlato in largo e in lungo, come leggerete, di temi forti e attuali come matrimonio, omosessualità, ecumenismo, crisi della famiglia e molto altro. Don Cereti non si è sottratto alle domande più spinose offrendo risposte a volte sorprendenti. Al lettore di scoprire queste risposte mentre progredisce nella lettura di questo piccolo ma avvincente volume.
Aurelio Porfiri
Essendo un libro che tratta tematiche come famiglia, omosessualità, il ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo iin un dialogo con un teologo che ha anche influenzato lo stesso Papa Francesco è sicuramente un testo che può far prevedere vendite consistenti.
Sessualità ed omosessualità
Ma avrei due cose da dirle. Comincio con la prima. Stiamo parlando adesso dei cosiddetti peccati della sfera sessuale, su cui forse si è dibattuto un po' troppo a discapito di altre mancanze che forse avrebbero meritato una importanza maggiore. Allora a questo punto mi viene da pensare, per esempio al trattamento della Chiesa verso le persone omosessuali), che sono state sempre considerate in un modo estremamente negativo. Mi sembra che papa Francesco avrebbe detto che lui stava cercando di studiare il problema degli omosessuali, cioè di cercare di capire cos'era questo mondo omosessuale. La mia impressione, la mia personale impressione è che la Chiesa ha sempre condannato l'omosessualità, però, in fondo, non ha mai cercato di capire veramente cos'è questo fenomeno. In effetti si leggono condanne molto forti, però poi se uno cerca di approfondire, si dice che è una cosa di cui ancora non si capisce bene l'origine. Quindi come si fa a condannare qualcosa quando non se ne capisce bene la natura?
Condivido questa affermazione di papa Francesco, se egli ha fatto questa affermazione. Bisogna cercare di capire, perché è vero che in passato anche i medici consideravano questa come una forma, diciamo, quasi di...
Una malattia...
… di anomalia, di malattia. La stessa psicoanalisi la considerava una forma di narcisismo, di regressione. E quindi solo di recente è stata anche nella società civile considerata questa situazione con maggiore rispetto.