Cosa accade quando improvvisamente in una domenica qualunque, a una donna qualunque in compagnia dei suoi più cari amici, una voce calda e autoritaria senza volto, le vibra all'orecchio invitandola a scrivere. Un lungo foglio denso di nozioni spirituali in una lingua semi poetica risalente tra il 1400 e il 1600, da sembrare addirittura la descrizione di un esorcismo.
All'inizio anche alla donna sembra un divertente scherzo del suo inconscio alterato da un pò di alcool. In realtà è l'inizio di un lungo e spettacolare rapporto di "amicizia" e fiducia tra Grabiella B. e Michael Nostradamus. A oggi considerato come uno tra i più famosi e importanti scrittori di profezie della storia.
I sostenitori dell'attendibilità di queste profezie attribuiscono a Nostradamus la capacità di aver predetto un incredibile numero di eventi nella storia del mondo, tra cui la rivoluzione francese, la bomba atomica, l'ascesa al potere di Adolf Hitler e gli attentati dell'11 settembre 2001. Nessuno ha tuttavia mai dimostrato di poter ricavare dalle quartine di Nostradamus dati attendibili per la previsione del futuro. Si rileva infatti che queste predizioni altro non sono che esempi di chiaroveggenza retroattiva. In altri termini, le quartine sono scritte in un modo così ambiguo che chiunque, a posteriori, può leggere o interpretare in esse ciò che meglio crede
Genre: BIOGRAPHY & AUTOBIOGRAPHY / Social Scientists & Psychologists
Il libro ha riscosso notevole successo da parte dei lettori che sono rimasti incuriositi di questa storia, che sembra assurda ma è tutta vera. Ovviamente per far scorrere maggiormente il romanzo qualche cosa è stata inventata, ma le conversazioni tra Gabriella e Nostradamus e tutto il suo cammino per arrivare alla verità dei fatti è descritto come Gabriella me lo ha raccontato.
Mi chiamo Gabriella. Un nome comune di una donna comune con una vita comune. Problemi e storie comuni perché noi, io e te, non siamo solamente io e te ma siamo anche gli altri, siamo quelli a cui succedono fatti che a noi non toccheranno mai o almeno così crediamo.
Avevamo da poco terminato il pranzo, eravamo al momento del caffè e del dolcetto, quando d’improvviso sentii una voce.
«Scrivi.»
«Come hai detto scusa?»
Chiesi subito rivolgendomi a Stefano l’amico più vicino a me, seduto alla mia sinistra.
«Niente, perché?»
Mi rispose lui sorridendo.
«Scusa m’è sembrato che m’avessi detto qualcosa.»
«No, guarda non ho proprio fiatato…» Manco il tempo di finire la frase che di nuovo.
«Scrivi.»
Di nuovo una voce calda e autoritaria vibrò all’altezza dell’orecchio destro. Mi voltai di scatto alla mia destra, la sedia accanto a me era vuota. Alla mia sinistra era rimasto immobile Stefano, al quale non potevo chiedere di nuovo se fosse stato lui, perché nel mentre che udivo la voce stavo fissando lui negli occhi. Mi girai intorno, guardai dietro di me, come alla ricerca di qualcuno che mi fosse vicino, ma niente.