L’equilibrio è stato infranto. I pezzi sono sulla scacchiera. Il gioco del potere è cominciato… e reclamerà sangue.
Quando Lince, il più celebre assassino di Ganderia, fa ritorno nella capitale dopo dieci anni di assenza, gli equilibri di potere vengono infranti. Le otto organizzazioni che gestiscono nell’ombra la vita della città abbandonano il loro torpore e ricominciano a tessere intrighi. Re Nuldest è disposto a qualunque cosa pur di scoprire perché, dopo tutto questo tempo, l’uomo sia ricomparso in città e non esita a mobilitare l’Ordine. E Anguilla non esiterà a rincorrere il suo sogno: divenire il miglior assassino della storia, facendosi un nome sulla pelle di Lince… Persino Regina è pronta a calare le sue carte. Il gioco degli intrighi è cominciato. Chi trionferà?
Genre: FICTION / Fantasy / GeneralIl romanzo è stato premiato al Trofeo Cittadella 2018, premio letterario più importante al livello nazionale per il fantasy.
Prologo
L’uomo barbuto aprì la porta, l’attraversò e poi la chiuse alle sue spalle. Un lumino disseminò un tenue bagliore nell’abitazione.
Tutto procedeva secondo i piani e il sicario sorrise. Come si aspettava, il bersaglio, essendo ubriaco, non si era nemmeno accorto che la serratura della porta di casa sua era stata sabotata durante la sua assenza.
Scese dal tetto da cui lo stava spiando. Avanzò nella radura tra il villaggio e l’edificio.
Raggiunse la porta. Si schiacciò sulla parete adiacente e si protese in ascolto. Il legno del pavimento scricchiolò ai passi del bersaglio, pesanti e incerti. Il tonfo sordo di un corpo, seguito da una sedia, fece capire al sicario che l’uomo era caduto a terra.
Passò qualche minuto, infine parve che fosse riuscito ad alzarsi e si fosse buttato di peso sul letto. Uno scricchiolio supplichevole ne diede conferma. Il lumino si spense e le tenebre avvolsero l’interno della casetta. La luna era ridotta a uno spicchio.
Il sicario doveva pazientare il tempo necessario che il bersaglio dormisse. Estrasse i pugnali quando decise che l’attesa era giunta al termine.
Fece pressione sulla porta che si aprì senza alcuna resistenza.
Nessuna luce degna di nota evidenziò quel movimento. Il sicario procedette con passo spettrale.
Una tavola di legno si lamentò del suo peso. La pressione, seppur leggera, fu sufficiente.
Si congelò all’istante. Attese diversi secondi nel timore di essere scoperto.