Marco ha una bella famiglia, una splendida casa, una vita tranquilla. È felice. Una telefonata riporta alla luce terribili segreti: “Silvia è morta”, gli dice un vecchio amico. “E tu sai cosa abbiamo fatto…” È la fine? Sette anni prima: la giovane e bellissima Silvia, allieva di Marco, ha deciso di distruggerlo. Vuole rendere la sua vita un inferno. Per raggiungere l’obiettivo si fa aiutare dagli amici più cari, dall’infido Paolo e dal cattivissimo Cézahr. La ragazzina convince, corrompe, costringe, creando una rete stretta e soffocante, studiata con lucida perfidia, in grado di innescare una progressiva follia omicida che prenderà ognuno di loro. Sette anni dopo Silvia è morta e le sue minacce tornano a perseguitare Marco che deve difendere la propria vita e quella dei suoi cari. Questa volta deve fare i conti con i fantasmi del passato, da cui credeva di essere riuscito a fuggire. Tiziano Trevisan, valdostano, è il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della VdA ed è responsabile delle relazioni esterne del Dipartimento di emergenza. È autore di un manuale sulla comunicazione di crisi in sanità e di un libro sui medici di montagna. Questo è il suo primo romanzo.
Genre: FICTION / GeneralSettanta chilometri all’ora, sessanta, trenta. Il breve stridere delle gomme sull’asfalto firmò l’arresto della spider rossa, pochi centimetri oltre la linea bianca dello stop, appena sotto il semaforo arancione.
Due colpi di gas per far tintinnare le marmitte cromate, un’occhiata agli specchietti lucidissimi.
Marco Gandini era orgoglioso della sua Alfa Romeo “Duetto” del 1967: milleseicento centimetri cubici di cilindrata, cavalleria da corsa, un concentrato di vibrazioni dal quattro cilindri sportivo, muso arrotondato, coda lunga, targa quadrata nera coi numeri bianchi. Un gioiello.
Gli era costata un patrimonio, ma ne era valsa la pena. L’aveva acquistata da un vecchio collezionista di auto storiche conosciuto a Palazzo Silvani, prestigiosa dimora privata fiorentina, in occasione del vernissage di una mostra di oggetti e strumenti scientifici dell’Ottocento. Un uomo elegante, in compagnia di una ragazza molto più giovane di lui, un metro e ottanta di statuaria bellezza.
Ricordava bene quella sera.
La fanciulla si era fatta notare per il vestito da sera, rosso, con lo spacco vertiginoso che metteva in bella evidenza le gambe lunghissime. Poteva avere venti, ventidue anni. Avvolta in un leggero scialle nero che lasciava intravvedere forme molto generose, si era fatta ammirare, annoiata.