L'assedio ad Astos graffia Dunamis con il ritorno di coloro che avrebbe voluto dimenticare.
Il giungere di un dio e la neve di una maledizione macchieranno la fredda pietra con il sangue di un re.
La morte sarà ciò con la quale il Fato giocherà la sua partita.
Un mondo proibito ai mortali che la terra e il suo padrone celano.
Un giuramento in nome di Ades il ricco.
Un'altra estenuante fuga nella lotta contro un tempo che scorre veloce.
La forza di colui che, devoto agli dei, potrà scegliere se rinnegarli o servirli.
Ancora una volta Zaira dovrà affrontare una dura prova del Fato, capace di metterla in ginocchio nell'errore che commetterà e con lei il re di Astos, ringhiante e feroce sino all'ultimo istante, costretto alla grandezza anche se spezzato.
«Schià di Delfi» disse roco. Lei si imbarazzò, sembrò una preda per l’ingenua fiducia che gli riservò. Si appoggiò su un ginocchio in segno di rispetto. Il sovrano continuò a osservarla altero.
«Vi saluto, Dunamis di Astos. Il mio viaggio mi ha portato a voi e alla vostra gloria»
Non aveva mai dimenticato quella voce. La indusse a guardarlo con un breve silenzio.
«Quale viaggio?» domandò. Lei deglutì. Per chi viveva a Delfi, e il sovrano sapeva del suo ritorno a casa, non si poteva parlare di viaggio giungere ad Astos, distante mezza giornata con un buon cavallo al galoppo.
«Non siete cambiato» aggiunse Schià timidamente.
«Sono sempre bellissimo?» fu insinuante nel ricordo del loro primo incontro sull'Olimpo. Allora gli aveva fatto conoscere il disagio, la sensazione di trovarsi al centro di un'attenzione che non era quella di un guerriero, bensì di un uomo inutilmente bello.
La fece arrossire, mentre frenetica annuì e abbassò le spalle, un tremore a renderla tenera. Dunamis sogghignò divertito. Lei inaspettata lo raggiunse e gli afferrò le mani. Quel tocco lo turbò, repentino si ritrasse per ristabilire le distanze.
Language | Status |
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Spanish
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Translation in progress.
Translated by laura faccio
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