Alla fine dell’ultima era glaciale una spedizione scientifica proveniente dal pianeta Thuban con lo scopo di classificare il pianeta Terra arrivò in un’area del Golfo Persico oggi sommersa dal mare. Come supervisore dell’Alto Commissariato per i Pianeti Eden c’era una giovane Kabyriana, Aalia Elkal. Non tutto andò come previsto ed invece di studiare gli ecosistemi si fecero esperimenti genetici su larga scala. Niente era come sembrava. La creazione di una razza potente ed immortale da parte dei Padri Creatori potrebbe portare all’estinzione il genere umano.
Genre: FICTION / Science Fiction / GeneralDiego Fontana, Geologo e Professore di Scienze Naturali. Autore insieme a Antonino Fontana de "La Guerra dei Primi Nati - Vol 1 Eden's Guardian", "La Tredicesima Tribù - Vol. 2 Eden's Guardian", "La Compagnia dei Sette Pianeti - Vol. 3 Eden's Guardian" e "Entertainmente Heroes".
Fino ad oggi i libri erano sotto contratto editoriale con Editrice GDS. Ora liberi da ogni vincolo editoriale.
Attualmente in fase di lavorazione: con titoli provvisori "L'ultimo dei Vampiri e il libro segreto dei Sette Dormienti - Una storia di Santi e di Vampiri", "I predoni dello spazio".
Guardai davanti a me. Vidi forse più di cento esseri che si addestravano. Uno di loro mi vide ed avvertì gli altri, pian piano mi guardarono tutti. Ero in un porcile. Tutte facce di maiale. Erano vestiti leggeri ed armati con un qualcosa di simile a delle Katare. Si avvicinarono lentamente. Chiaramente non ebbi paura. Nell’enorme cortile risuonò una voce gutturale. Stavolta capii qualcosa “Prigioniero, premio, 100, morto”. Il traduttore vocale cominciava a fare il suo lavoro. Le facce di maiale con le Katare si schierarono davanti a me e li sentii discutere tra di loro. Facevano a gara su chi doveva attaccarmi per primo. Quasi litigavano. Poi uno di loro vestito diversamente ne indicò due che si fecero avanti. Ambedue con una Katara per mano. Stavano per attaccarmi. Feci il mio vecchio gioco. Il cuore accelerò notevolmente, il sangue circolò veloce nelle mie vene, gli occhi mi divennero di un rosso fuoco. Non usai il braccio blu che era ancora mascherato dalla pelle sintetica in modo perfetto, era meglio non mostrare le mie armi. Li vidi partire uno affianco all’altro. Accelerarono prendendo velocità, a qualche metro da me si lanciarono come siluri ruotanti con le Katare tese davanti loro. Poveri imbecilli, pensai, siete veloci ma per me siete morti. Li guardai come ad una moviola, i miei riflessi erano talmente veloci che li vidi fluttuare lentamente in aria, esecuzione perfetta. Si erano addestrati per bene. Mi distesi a terra, aspettai che le lame fossero alla mia portata e gliele strappai di mano, un attimo dopo mentre svolazzavano su di me gliele piantai nelle parti molle del ventre e li squarciai ambedue. Io mi alzai subito dopo armato di due Katare e loro caddero stecchiti ad un paio di metri da me. Guardai il gruppo delle facce di maiale stupite e sorprese. Provai a parlare con loro. Buttandola sul classico.