Un nuovo ed esclusivo Club BDSM ha aperto in città. Daniel ha chiesto da mesi di essere ammesso. Quando il gran giorno arriva, la prima Padrona che lo avvicina è proprio la proprietaria del club.
Daniel è ansioso di fare nuove esperienze e di approfondire il loro rapporto, ma Keira non vuole affrettare i tempi, per questo limita i loro incontri alle semplici sessioni, senza mai spingersi oltre. Non intende avere a che fare con il ragazzo fuori dal club, ma quanto potrà resistere in questo proposito?
Il libro ha venduto molto bene, tra un mese circa uscirà il secondo volume.
Il cielo era stellato e anche se la temperatura era abbastanza bassa era una serata perfetta per una passeggiata nelle vie illuminate della città, ma Daniel non aveva voglia di passeggiare. Erano sei mesi che il Torment aveva aperto e dal giorno dell'inaugurazione il ragazzo non aveva pensato ad altro. Voleva passare una serata nell'esclusivo club BDSM e finalmente era riuscito ad ottenere un invito.
Si era vestito con cura, non sapeva se avrebbe trovato una Padrona con cui giocare, ma se fosse capitato non voleva farsi trovare impreparato.
Salì in macchina e si diresse verso il club. Lasciò l'auto ad uno dei ragazzi che si occupavano della sistemazione delle vetture all'interno dell'ampio parcheggio e si diresse verso l'ingresso del locale.
Uno dei buttafuori all'entrata controllò che il suo nome fosse sulla lista, poi tolse il cordone per farlo entrare e gli sorrise augurandogli una buona serata.
Daniel si sentiva nervoso, non era la prima volta che entrava in un club di quel genere, ma non era mai stato in uno così esclusivo. I proprietari del club erano molto selettivi, ogni ospite veniva scelto con la massima attenzione.
Diede un'occhiata in giro e si diresse verso il bar. Ordinò un drink analcolico e si mise a chiacchierare con uno dei baristi. Il ragazzo era un'infinita fonte di informazioni. Sfortunatamente dopo circa una decina di minuti arrivò un uomo alto e muscoloso che rimproverò aspramente il ragazzo ordinandogli di tornare al suo lavoro.
Il ragazzo si scusò e si precipitò ad obbedire, era ovvio che l'uomo avesse una certa autorità, forse era il proprietario o almeno il direttore del club. L'uomo gli si sedette accanto e cominciò a fare conversazione con lui.
