Nuove e devastanti minacce incombono su Strawberry Hill, dopo l’arrivo del vampiro millenario Ryan Norwest e della sorella Amelie. Elizabeth Marshall, legata all’antica stirpe di demoni-vampiri creatori di Ryan, è unita da un insospettato e profondo legame a uno degli abitanti della cittadina ed è pronta a mettere in atto la prima fase della sua vendetta. Ma cosa ha in mente in realtà? Chi trascinerà con sé?
Mentre l’alchimista Jean Claude von Klausen tenta di imprimere il suo potere sulla fascia di terra dominata dai Marshall, la giovane strega nera Faith Chandler lotta per liberarsi dall’influenza soprannaturale ma finisce per legarsi sempre di più a Ryan. Nel frattempo, la dolce Maggie Pennington inizia a scoprire particolari su se stessa che potrebbero compromettere il suo rapporto con James Foster e con gli amici di sempre, Nathan Castle e Bliss Sanders, prigionieri di un comune destino.
Pericolose alleanze e attrazioni nasceranno tra le creature, diffondendosi oltre il confine di Strawberry Hill, richiamando e coinvolgendo di conseguenza anche le antiche stirpi, come tasselli di un mosaico. Intanto l’influenza nefasta dei primi esseri soprannaturali, le creature dell’alba, inizierà a farsi sentire e si propagherà fino a un punto di non ritorno, in cui la vera lotta che la maggior parte dei personaggi dovrà affrontare sarà quella per la sopravvivenza.
Da una parte il desiderio di potere e supremazia, dall’altra una passione che irretisce, che devasta, che scuote il mondo.
Ma oltre a ogni egoismo, oltre a ogni ragione, la nascita di un nuovo amore, un amore proibito ma irrefrenabile sarà protagonista del secondo volume di Incantevoli Creature.
CAPITOLO 1
Il silenzio poteva apparire quasi opprimente, da un certo punto di vista. Da un altro invece infondeva una sensazione di pace, di leggerezza. Una confidenza e una familiarità che non provava da tempo. Solo il suono dei tacchi delle sue scarpe rosse risuonava mentre vagava per il salone, nient’altro. Sostava ad ammirare i quadri appesi alle pareti, come se si trovasse in un museo. I personaggi rappresentati avevano un sapore antico, remoto. Eppure erano più giovani di lei.
Elizabeth si aggirava nel palazzo. Aveva un’aria guardinga, come se qualcosa o qualcuno fosse intenzionato a colpirla da un momento all’altro. Si scostò dal viso una ciocca di capelli scuri e inclinò la testa. La signora di un tempo la guardava con espressione severa e arcigna da uno dei ritratti. L’ultima padrona del castello, prima che quei feudatari fossero cacciati definitivamente e la sua stirpe ne prendesse il pieno possesso e dominio. Rammentò la scena in cui l’elegante, raffinata signora stramazzava al suolo invocando pietà. Ovviamente non ne ebbero, per nessuno. Avrebbero dovuto prevedere che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi. Non si può giocare col fuoco per centinaia di anni sperando di passarla sempre liscia. Prima o poi ci si scotta o si viene completamente divorati. Elizabeth strinse gli occhi e il ritratto della signora in eleganti abiti medievali si inclinò da un lato.
A chi apparteneva ora quell’antica residenza? A lei e alla sua famiglia, se così si poteva chiamare quel disadattato gruppo che condivideva lo stesso nome ma i cui membri si facevano ognuno gli affari propri. Alcuni almeno, mentre altri erano imprigionati o in esilio. Oppure non apparteneva a nessuno, proprio a nessuno.
