Wade Rice sa come far impazzire le donne: aria da dannato, fascino irresistibile e sguardo magnetico. Tanto bravo nel conquistarle e altrettanto veloce nel lasciarle dopo una notte infuocata. Allergico ai sentimenti, teme la vicinanza e non permette a nessuna di conoscerlo davvero. Avere avventure insignificanti è l'unica via di fuga che ha dai pensieri cupi e da un dolore segreto che lo tormenta. Sarah Logan irrompe nella sua vita come un uragano: così diversa da lui, troppo per bene, goffa, timida e inesperta. Potrebbe essere l'ennesima conquista di una sera, se non fosse così maldisposta nei suoi confronti. I due a malapena si tollerano e non fanno altro che battibeccare come fossero acerrimi nemici. Ma le scintille tra di loro ben presto diventeranno di tutt'altro genere e forse una notte sola non sarà abbastanza...
NIENTE AMORE, SOLO SESSO.
Lei è portatrice di guai e mette in subbuglio ogni sua certezza...
Genre: FAMILY & RELATIONSHIPS / Love & Romance1° classificato assoluto per una settimana su Amazon, da oltre 2 mesi nella TOP 100 dei più venduti. 1° nella categoria "Relazione di coppia" da 2 mesi, ai primi 10 posti dei "Romanzi rosa" da due mesi.
Quasi 10000 [diecimila] copie vendute in due mesi.
TRADOTTO IN PORTOGHESE
Seduto in cucina come ogni mattina prima di recarmi al lavoro, osservavo mio padre, Steve, di fronte a me e il cuore mi si stringeva nel petto. Le sue mani arrivavano alla bocca tremanti e bisognose di raggiungerla senza creare danni cospargendo ad esempio il cibo sul petto, sul tavolo o, ancora peggio, sui suoi pantaloni. Tutto a causa di quel tremore incontrollabile nato dalla sua malattia, il morbo di Parkinson.
Un giorno, mentre era in giardino, cadde a terra a causa di un blocco dei muscoli della gamba che gli impedì di muoversi normalmente. Il risultato fu la rottura del femore. Venne operato ma la patologia rallentò la guarigione dell’arto, guarigione che non arrivò mai del tutto. Infatti, da allora, faticò a camminare con le proprie gambe, lasciandosi andare un po’ alla volta. Le sue cellule cerebrali compromesse dal morbo gli diedero l’aspetto di un uomo invecchiato precocemente. Quella malattia aveva tolto vita ai suoi anni. Il cocktail di farmaci assunto quotidianamente, tra Domperidone per la nausea, Sinemet cr per ridurre le sue fasi off, Artane per la rigidità, Prozac per la depressione, non sortiva l’effetto sperato. Una terapia alla quale mio padre risultò anche intollerante, punto che aggravò la sua situazione. Così mi ritrovavo a guardare e a restare impotente davanti alla sua sofferenza. Sofferenza che era anche la mia, dato che, oltre a vederlo spegnersi giorno per giorno, a vedere il suo corpo diventare un pezzo di marmo scosso da orrende oscillazioni involontarie, la mia vita si era fermata per dedicarla a lui. Lavoravo ininterrottamente per pagare le cure e l’assistenza necessarie, due infermieri a tenergli compagnia e a pulirlo, perché mia madre era troppo impegnata a spendere i suoi soldi in viaggi di piacere e di “affari”, come li chiamava lei.