.... silenziosa e senza colori alla luce lunare la Regina dei Mari acquistava un fascino tutto particolare.
Quando furono a San Giovanni Crisostomo, Falier prese la mano di Veronica e la trascinò sulla destra, in una calle strettissima che quasi non si vedeva. Lo sguardo complice, ammiccante e un semplice “Vieni” appena sussurrato.
Non vi era bisogno di sussurrare, poiché non vi era nessuno a sentirli, ma l’atmosfera era di una religiosa quiete da non squarciare con parole ad alta voce. Veronica seguì docilmente, il collo ritorto all’ indietro ad osservare nella claustrofobica seppur accogliente Calle della Stua la sequenza di mattoni lanciati verso il cielo, fiduciosa di quella mano che stringeva la sua e lo guidava: la mano del Suo avogador.
***
Levi si accomiatò e si mise seduto. Falier corrugò la fronte: il giudeo lo aveva colpito ancora.
Non aveva mai interpretato il motto homo faber fortunae suae come una prerogativa di nascita, d’altro canto lo aveva letto nel libro di quell’ erudito, quel Giovanni Pico della Mirandola che era pur sempre un conte...
Eh sì. Era una prerogativa soltanto di chi poteva – e doveva – scegliere. Non sempre era un vantaggio: scegliere implicava una responsabilità, e pesava a volte.
Language | Status |
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Spanish
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Already translated.
Translated by Raquel Camargo
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