Quando Sara arriva a Mainland, nelle isole Orcadi, per scrivere una serie di articoli, non ha idea di come quella terra, selvaggia e ventosa, finirà con il segnare profondamente tutta la sua vita.
Ed è proprio andando alla ricerca dei suoi tesori che Sara si trova a confrontarsi con l'oggetto dei suoi sogni adolescenziali: un attore di Edimburgo rifugiato lì per sfuggire ad una separazione non troppo pacifica.
In Kenneth Sara vede l'orgoglio e la fierezza della sua gente, vede un carattere che sembra compenetrarsi a meraviglia con il suo, vede un uomo che le fa battere troppo forte il cuore.
Però la delusione e il tradimento non sono sentimenti facili da superare e la donna è ancora troppo spaventata e ferita per vivere pienamente quel rapporto.
Saranno proprio i problemi legati all'affidamento dei figli di Kenneth che la obbligheranno a lasciarlo non volendo sentirsi la causa del loro allontanamento dal padre.
Ma lui non accetta una decisione dettata solo dalla paura e, lottando per risistemare i tasselli della propria vita, cercherà anche di farle capire che quando il destino ti regala una seconda possibilità bisogna avere il coraggio di afferrarla.
Genre: FICTION / Romance / ContemporaryDopo essere entrato nel bel palazzo di fine Ottocento e aver salito le scale un po' troppo buie, Kenneth si trovò in una sala d'aspetto dall'aria elegante e nostalgica, con un mobilio troppo raffinato per il suo gusto e con poca luce che trapelava dalle alte finestre. La segretaria, una donna grigia sulla quarantina, stava seduta rigida dietro ad una scrivania che sembrava inghiottirla e sfogliava carte in continuazione come se fosse una questione di vita o di morte. Dietro una grande e pesante porta di mogano striato si sentiva la voce dell'avvocato discutere animatamente con una donna.
A Kenneth sembrava di essere controllato. La segretaria ogni tanto alzava lo sguardo come se volesse tenerlo d'occhio, mentre con le mani continuava a far vibrare la carta. Un sottofondo musicale non sarebbe guastato a tagliare tutto quel silenzio e Kenneth cominciava anche a stancarsi di aspettare, anche perché aveva appuntamento venti minuti prima.
Quasi cogliendolo alla sprovvista la porta dell'ufficio dell'avvocato si spalancò e ne uscì un uomo alto e molto robusto che accompagnava una donna piccola e minuta; probabilmente quella che aveva sentito parlare con tono sostenuto poco prima. Kenneth venne fatto accomodare nell'ampio ufficio. Dalla poltrona, che gli venne offerta, poteva vedere la porta finestra che dava su un terrazzino che, quasi sicuramente, il gigante usava per fumare. Oltre si apriva la via principale della città facendo di quell'ufficio un ambiente costoso e molto ambito.
Per quanto Kenneth cercasse di trovare una posizione comoda, su quella strana poltrona che avvolgeva tutto il suo corpo, non ci riusciva. Non riusciva a tenere le mani ferme e il nervosismo stava avendo la meglio. Cosa avrebbe dato per poter usare anche lui quel terrazzino e fumarsi una sigaretta.