Una tormenta di neve, un cadavere con il volto sfigurato, una donna braccata nel bosco da una masnada infernale. Lo scandalo dei folletti al cimitero, un traffico occulto di reliquie fabbricate in casa, con brandelli di vera carne umana. Una vecchia signora, un ladro di polli, un architetto clochard. L’enigma delle capanne sull’Alpe. Anacleto Fascina s’è impiccato da solo, o qualcuno l’ha aiutato? Avventura mozzafiato sospesa tra immaginazione e realtà nel paese di Monghidoro terra di suonatori, canterini, letterati, artisti, ma anche luogo di villeggiatura per gli amanti della montagna, della natura, delle passeggiate a cavallo e della buona cucina. Scenario del romanzo è la terribile nevicata del 2015, che ha lasciato al buio buona parte dell’Appennino per un’interminabile settimana. Tutto il resto è moderatamente inventato. Riuscirai a risolvere il mistero del manoscritto?
Monghidoro, in un freddo pomeriggio d’inverno s’incontrano per caso alla pizzeria Windy il cantastorie Federico Berti e Roberto Benni, raffinato sommellier del Bar touring. Ne nasce una stimolante sfida, quella di scrivere un libro giallo, un thriller ambientato in questo paese di millenaria cultura. Non puoi sottrarti se sei un uomo d’onore, il Benni vuole rivederci i luoghi del paese e magari anche l’eco di qualche sinistra leggenda locale. Stuzzicante, penso tra me. Del resto non è importante quel che racconti, ma a chi lo racconti e perché. Vada per il noir. Un romanzo a puntate, ogni riferimento a fatti, personaggi o cose, è puramente casuale. Puoi acquistare l’eBook o richiedere una copia stampata, pagamento con Paypal o carta di credito.
Genre: FICTION / GeneralVendo i miei libri durante le mie esibizioni dal vivo come suonatore. Tutte le mie pubblicazioni hanno venduto un migliaio di copie al dettaglio.
L’anziano architetto coi baffi e la coppola, seduto al tavolo col libro di Seneca davanti e la tazzina del caffè accanto, parla sottovoce guardandosi intorno che nessuno senta. “Pensare che ognuno abbia il suo destino è da presuntuosi, l’ozio creativo delle tre vecchie va un tanto al chilo: rimescolano il mazzo all’ombra dei salici come le zingare quando leggono i tarocchi. Si divertono, giocano. Sono come le bambine”. Quel terribile inverno il mondo si fermò, come nelle favole; la neve col suo bianco mantello aveva sepolto boschi, case, cancelli, per trovare una macchina parcheggiata servivano la mappa e il compasso. Eravamo tanto evoluti quanto disorganizzati. Un plotone d’incompetenti in elicottero ad aggiustare una lampadina potevano mandarti, mica sporcarsi gli scarponi. Venivano dalla fine del mondo, forse più in là. Li vedevi in punta di piedi come le ballerine sul ghiaccio, colle scarpe da tennis e lo spolverino d’ordinanza. Intanto il freddo spezzava i rami e s’infilava dappertutto. “Così ho pensato nel trovare questi appunti in un solaio” dice, “libri coperti di polvere uno più bello dell’altro. Edizioni di qualità illustrate a mano, copertine di pregio, persino la serie completa di Carolina Invernizio che dai tempi del Duce non se ne sentiva parlare. Poi nel mucchio trovo un quaderno rilegato con cura, senza titolo né autore. Scritto a mano”. (Dal prologo)
Non so se mi lasceran finire, nessun luogo è sicuro adesso. Mi trovo in una casa abitata solo d’estate. Conosco i padroni, van via senza nemmeno accostare gli scuri. Tutt’intorno è murato di neve. Quella finestra in alto senza il vetro, forse riesco a ingannarli. Devo muovermi, presto saranno qui... (Incipit Cap. 1)