Liria soffre di crisi di panico e vive isolata nell'antico casale dov’è cresciuta. Finché un giorno un blackout oscura l’abitazione e, per la prima volta, le pareti tra cui si è sempre sentita al sicuro le sembrano ostili, minacciose. Spaventata, esce di casa, ma le strade deserte sono immerse in un silenzio sospeso. In giro vede un bellissimo uomo completamente immobile, seduto alla guida di una Range Rover. Da allora, ogni giorno, alla stessa ora, il blackout si ripeterà e l'incontro quotidiano con lo sconosciuto diventerà una costante. Convinta che tra loro esista un legame nascosto, Liria farà di tutto per scoprire chi è quell’uomo e quale segreto li accomuna.
Un amore predestinato. Un incantesimo da spezzare. Una storia d’amore che nasce e cresce ai confini del tempo.
Il libro è stato secondo classificato in un concorso di Harlequin Mondadri. Poi l'ho ritirato e pubblicato come self. E' tra i primi in classifica da più di sei mesi nel genere viaggio nel tempo. Cerco traduttore per il portoghese. Sono brasiliana e posso aiutare con la traduzione e posso anche fare pubblicità del libro nei gruppi in lingua porteghese.
Liria cambiò posizione, spostando il peso del corpo da una gamba all'altra. In piedi, appoggiata al bordo del tavolo in acciaio della cucina, sentiva il braccio intorpidirsi a furia di reggere lo sbattitore elettrico. Doveva assolutamente ricordarsi di ordinare su Internet uno di quei modelli con la base d'appoggio e il piatto rotante, rimuginò tra sé, quando all'improvviso l'elettrodomestico smise di funzionare e la luce della cucina si spense.
Senza capire cosa fosse successo, restò un attimo a fissare la penombra. Poi, attenta a non far gocciolare la crema dalle fruste, appoggiò lo sbattitore sul ripiano e andò a controllare il quadro elettrico dietro la porta, scorgendo nella mezza luce della stanza i pulsanti in posizione on.
Un blackout, forse?
Scostò la tenda antizanzare dal vano della porta e uscì nel cortile inondato dal sole ardente di fine giugno. Strinse gli occhi e alzò una mano per proteggere lo sguardo dalla luce abbagliante. Intorno a sé l’immobilità dell’aria sembrava quasi palpabile, e al pensiero di essere a casa da sola, sentì il cuore fare un balzo nel petto. Cercò di non dargli ascolto e di pensare ad altro. Per un attimo considerò di rientrare ma l'immagine dell'interno buio della casa la fece cambiare idea. Scese il gradino e attraversò il patio assolato zigzagando tra le sedie dai gambi affusolati accatastate sopra i tavolini rotondi, fino a raggiungere il cancello di ferro battuto che dava sulla strada. Guardò attraverso le sbarre sottili, osservando le serrande abbassate del panificio di fronte e la strada deserta. A farle compagnia c'era solo il silenzio del dopopranzo.
Avvertì un ronzio nella testa e un peso alla bocca dello stomaco. Conosceva bene quelle sensazioni. Erano i sintomi della paura, le prime avvisaglie