Diana Vassalli ha un sogno. Vivere in riva al mare, nella casa sulla spiaggia appartenuta a sua madre. Parte del sogno potrebbe comprendere Daniele Santis, il primo amore che però anni prima aveva scelto Francesca, migliore amica di Diana, forse condizionato dalla sua fragilità. Dopo la scomparsa di Francesca quell’amore sembra riemergere e dare speranza a entrambi.
Ma Diana deve affrontare anche altri problemi. Cresciuta in una famiglia di soli uomini, il padre vedovo e tre fratelli minori, ha sempre avuto poco tempo per se stessa. Ora rischia di perdere l’amata casa sulla spiaggia, oltre a lottare per sopravvivere in un mondo che inevitabilmente continua a condizionare la sua esistenza, le sue emozioni.
Chi farà parte del suo destino? Daniele, il grande amore mai dimenticato? Dietmar, l’intransigente direttore della scuola in cui insegna, che sembra attratto da lei? Christian, affascinante studente a cui impartisce lezioni d’inglese? Oppure il futuro di Diana è nello Yorkshire, con Jules e Michelle, gli amici inglesi che da anni sono diventati il suo rifugio, la sua seconda famiglia? Il frizzante e impetuoso legame di amicizia e confidenza che la lega a Jules Wilsen si trasformerà in un’attrazione ardente, irrefrenabile? Perché proprio Jules, oltre ad essere suo amico, è da sempre il suo alleato, il suo porto sicuro.
Dai primi anni Ottanta agli inizi del Duemila la storia si snoda tra ricordi dell’adolescenza ed età adulta, in una Rimini soleggiata e tenera che è parte dell’anima di Diana e dei personaggi che la circondano.
Mentre il suo cammino si delinea e si riscrive, Diana continua a sperare, a lottare. Per sopravvivere, proprio come una novella Sharazade alla ricerca della propria salvezza. Per seguire il cuore, con la determinazione che solo una donna che non si è mai arresa riesce a trovare… o a riscoprire in se stessa.
CAPITOLO 1
In quante fasi si suddivide il sonno? In quale fase esattamente si comincia a sognare e in quale, soprattutto, si è in grado di ricordare i propri sogni? I sogni a volte possono essere così chiari, limpidi, incredibilmente reali. Disperatamente reali.
È necessario raccontarli immediatamente però, a qualcuno oppure a se stessi. Perché, poco alla volta, istante dopo istante, i sogni iniziano irrimediabilmente a sbiadirsi, a scomporsi, fino ad appannarsi e a scomparire del tutto dalla mente, dalla memoria, non lasciando altro che un breve e vago frammento, un’immagine informe, scolorita e distorta. Che si allontana sempre di più, sempre di più… fino a diventare talmente inconsistente da rendersi irriconoscibile.
Magari serve solo un piccolo sforzo, un po’ d’impegno. Comunque, anche sforzandosi di trattenerlo, il sogno attimo dopo attimo abbandona il sognatore. Quindi non resta che rituffarsi a pieno ritmo nella quotidianità, nella realtà di un nuovo giorno che nasce, cercando di non farsi cogliere troppo impreparati e di cattivo umore.
Nel frattempo, probabilmente, il sogno continuerà per conto suo a lavorare, latente, nei meandri del cervello, riemergendo magari in un pensiero fulmineo, in una frase appena accennata, in un miraggio o in un’immagine non ben focalizzata. E farà compagnia al sognatore per tutto il resto della giornata oppure, in alcuni casi, per molto, molto più tempo. Ricorrerà spesso e si riaffaccerà davanti agli occhi ancora assopiti, che lo si voglia o no, riaccendendo il ricordo e l’immaginazione.
«Sharazade...»
Diana bisbigliò proprio quel nome, o qualcosa del genere, portandosi il dorso della mano sugli occhi, con la voce ancora impastata dal sonno.
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