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Dilapidando l’eredità paterna Ivan, il giovane principe di Hamilthon, trascorre le sue giornate nelle taverne, con amici di dubbia moralità. Un giorno, suo padre gli affida il compito di raggiungere il regno vicino, per mantenere i contatti mercantili, e gli consegna un ramoscello di botton d’oro, come protezione. Durante il viaggio, Ivan apprende che il ramoscello è in realtà la bellissima fata dei boschi Bottondoro, legata in modo arcano alla sua famiglia.
Ma Bottondoro viene rapita da Lord Winthart, il Signore del Vento, che la vuole per sé e imprigionata dentro il Castello di Ghiaccio. Ivan parte alla ricerca della fata, affrontando gli ostacoli e i trabocchetti dello stregone, aiutato da Blanche: una colomba parlante che gli fa da coscienza.
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«Ivan, torna subito qui!» urlò re Edward III dalla finestra della torre, mentre il figlio scappava col suo cavallo, verso il confine del regno di Hamilthon.
«Vai, Golden!» Ivan incitò lo stallone bianco e sparì dalla vista del padre, inoltrandosi tra la vegetazione del giardino.
«Ricordati di ritornare per la cena!» gridò il re sapendo che il ragazzo, malgrado le raccomandazioni, avrebbe fatto comunque di testa sua, come al solito, e sarebbe rincasato al castello l’indomani mattina, alle prime luci dell’alba.
Re Edward rimase alla finestra della torre, tenendo una mano sulla fronte. Rientrò quando il violaceo del crepuscolo lasciò posto alle tenebre della sera.
Iniziò a camminare a testa bassa, nella sua camera da letto, fissando uno dopo l’altro i quadri alle pareti. «Non so più cosa fare, ho provato di tutto con lui, ma non accetta limiti.»
Dondolò il capo e si fermò davanti al dipinto più grande: rappresentava una donna, seduta con le mani giunte in grembo, i lunghi capelli biondi le ricadevano fino alle spalle. Un diadema di perle le cingeva la fronte.
«Judith, nostro figlio ormai non ascolta più nessuno, chissà in che modo sperpera tutto quel denaro ogni notte… ed è così egoista da non dirmi dove va, sera dopo sera. È ora che inizi a preoccuparsi del futuro di questo regno, è ora che comprenda cosa significhi essere un principe.»
Cercò conforto negli occhi sereni del ritratto e la regina sembrò sorridergli.