Ti chiami Adamo. Odiavi gli ibridi. Ora sei uno di loro. La tua fidanzata ti ha denunciato. La tua famiglia ti ha venduto. Ti portano all'Inferno, l'Accademia dove gli ibridi si affrontano per diventare Cacciatori o schiavi. Puoi contare sulla tua mutazione ma hai una possibilità per risorgere. Una soltanto.
Genre: FICTION / Science Fiction / GeneralL’idolo di molte ragazze dell’Urbe era alto e prestante; aveva la pelle scura, opaca per il pelo ispido che la ricopriva, ma aveva tratti nordici, occhi bianchi e capelli color argento, ricciuti. Sulla testa, tra i boccoli, risaltavano due appendici ossee ritorte sino a coprire le orecchie. Apulu indossava un gonnellino bianco, con una decorazione a spirale color oro, e calzari allacciati sino al ginocchio. A petto nudo, mostrava con orgoglio i moncherini sulla schiena, le cicatrici e le ossa esposte che rimanevano delle ali che gli erano stati amputate, lustri prima.
Socchiuse gli occhi, girò su se stesso, a braccia aperte, fece un inchino. Mise alle labbra un fischietto d’oro e, con un ultrasuono, ordinò alla sua feras di entrare.
Chimera gridò con le tre teste e, dalla parte opposta dell’arena, Birgus prese a cozzare contro le porte chiuse dell’enorme cella, bramando lo scontro.
Quando i portoni cigolarono sui cardini, il bestione decapode irruppe nell’arena accolto da un misto di fischi e grida di incitazione. L’enorme granchio mandò un pigolio acuto e fastidioso che strappò gli applausi di una porzione della Curva Maxima. Il decapode mosse le gambe sottili e si spostò di lato; con le sproporzionate chele tracciò dei segni sul brecciolino, indicando il punto dove l’avversario sarebbe caduto.
«Birgus sei solo un ragno troppo cresciuto. Vai a nasconderti!» gridò Lavinia.
«Granchio, non ragno», precisò Adamo ridendo. «E poi la sua mutazione non riguarda le dimensioni ma soprattutto l’intelligenza. Così dicono.»