Una ragazza misteriosa, uno sgradevole cacciatore, due anziani tavernieri, una coppia di mercanti in rovina, una contessa con la sua damigella, un ambiguo guardastrada, forse addirittura un gigante!
Sono alcuni dei protagonisti della seconda indagine di Elania, alle prese con gli enigmatici eventi notturni di una locanda.
La giovane indagatrice arriverà a comprendere tutti gli avvenimenti che, in un crescendo di indizi, colpi di scena e duelli, rischiano di travolgerla?
Romanzo VINCITOREdella Menzione Speciale al premio letterario Giana Anguissola, vincitore di una Menzione d’Onore al premio Casentino e finalista dei concorsi Giovane Holden e Un fiorino.
“Ben scritto, originale e avvincente” (Un fiorino)
“La tensione rimane alta per tutto il corso della narrazione” (Giana Anguissola)
Genre: FICTION / Fantasy / Action & AdventureHo venduto qualche centinao di copie dei miei libri, partecipando alla Fiera della Microeditoria (a Chiari, BS), Librixia (Brescia) e a un Salone Internazionale del Libro (Torino).
Lettori per lo più giovani e soddisfatti. ;-)
«Oh no!» esclamò Elania sconsolata.
Se ne stava immobile sotto alla pioggia in sella a Rorich, il suo puledro color nocciola. Ragazza e cavallo erano su una strada sterrata, innanzi ai tronconi di un ampio ponte. Guardavano le rocce crollate nell'acqua, visibili a stento tra la corrente fangosa che trascinava rami e sterpaglie.
Era un tardo pomeriggio autunnale, caliginoso e sferzato da raffiche di vento freddo. Per tutto il giorno una fastidiosa pioggerella si era alternata a dei veri e propri diluvi. I lunghi capelli castani erano fradici e appiccicati alla giacca. Si sentiva bagnata fin nelle ossa.
E probabilmente lo sono, pensò amaramente.
Provava un'intensa voglia di arrivare a casa per cena, ma con questa piena tutti i guadi erano di sicuro impraticabili e il ponte di Sassofreddo era lontano. Anzi, era impossibile anche solo comunicare con casa, per avvertirli che stanotte non sarebbe riuscita a rientrare.
Vabbè, si preoccuperanno, concesse Elania a malincuore sapendo di non avere alternative.
Sospirò facendo voltare Rorich, per posare lo sguardo sulla spettacolare isola che sorgeva a poche centinaia di passi in direzione della corrente: era a picco sul fiume, da cui la separava un dirupo verticale di almeno venti passi. Sulla sommità, per lo più pianeggiante, sorgevano pochi edifici collegati alla strada da uno stretto ponte levatoio.
È abbassato, meglio approfittarne, si disse, e diede un lieve colpo coi talloni a Rorich, che si avviò placido verso l'isola rialzata. Un'insegna colorata e cigolante era appesa ad un palo scrostato, infisso all'estremità dal ponte: indicava "La Piuma Blu". I disegni di due posate incrociate e di un letto indicavano i servizi che un viandante poteva trovare al di là della passerella.