Celestine Seymour da qualche tempo fa strani sogni nei quali rivive i drammatici eventi accaduti a Salem nel 1692, durante la caccia alle streghe. Incubi costellati di tradimenti, inganni e corruzione. Di giorno, invece, nella sua casa di Stirling, in Scozia, all’interno del ciondolo d’ambra ereditato dalla madre intravede qualcosa di altrettanto inquietante e ancora più incredibile.
Una guerra tanto segreta quanto mortale è in atto tra le donne che vengono chiamate streghe e la misteriosa Inquisizione del Labirinto.
Richard, il giovane parroco di St. Mary, vecchio amico d’infanzia, e la donna enigmatica e selvaggia che le appare in alcune visioni divengono i suoi confidenti mentre il dubbio la rode e la sua sanità mentale vacilla.
Celestine dovrà capire chi sono gli amici e i nemici, se prendere parte a questa battaglia o diventarne vittima, mentre vicino al suo cuore, il ciondolo d’ambra palpita sempre più impetuoso. Sfidandola a correre libera sotto la luna.
Rebecca si volta, poi pare avere un ripensamento.
«Falle un dono», dice, rivolta ad Abigail.
La strega la fissa, perplessa, ma anche in questo caso obbedisce. Dopo averci riflettuto, si sfila dal collo una collana e la cinge a quello della giovane Abigail Williams. È allora che Celestine si accorge che dalla catenina pende un monile d’ambra: non uno qualunque, il suo. Il ciondolo che sua madre ha conservato fino alla morte, lungo un’eredità di generazioni.
Celestine le guarda allontanarsi fino a quando Rebecca Nurse si volta un’ultima volta, piantando i suoi occhi ardenti nei suoi. Mai come ora la sua vecchiaia pare un’illusione a uso e consumo degli ingenui.
Quando parla, Celestine trema. «Corri con noi», dice la Nurse. «Non pensare che non ti veda.» E poi: «Lascia che sia. Il tempo è prossimo.»