Alessia è una giovane trentenne, carina, non ha famiglia. Il suo unico legame negli ultimi anni è stato Carlo, il suo “uomo in divisa” finché un tragico evento non glielo ha portato via. Ora ha sete di vendetta. Di riscatto e grazie al suo mestiere lo potrà fare. Ma la sua vita non sarà più la stessa.
Andrea ha poco più di 30 anni ed è un”capofamiglia”, un boss, non ha mai esitato a farsi strada con tutti i mezzi, illeciti e impossibili. Ha un destino e aspira alla cupola. Un posto in alto, un riscatto per il nome della sua famiglia. Sotto il suo regno anche alcuni uomini in divisa sono caduti.
Due mondi opposti che si incontrano: ad Alessia è stato insegnato come sparare, come uccidere, come colpire per difendere i cittadini innocenti; ad Andrea è stato insegnato come farsi strada senza guardare in faccia nessuno, colpevole o innocente che sia.
Ma a nessuno dei due è stato insegnato come affrontare la realtà quando è il proprio cuore a dover essere battuto.
Se vi aspettate un libro privo di scene d'amore, passione, questo non fa per voi. Il libro parla di passione, riscatto, amore oltre ogni confine.
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Alessia rimase ferma a osservare la terra che cadeva, i capelli lunghi e biondi raccolti in una crocchia austera, gli occhi chiari colmi di lacrime, le parole del prete che risuonavano sterili e vuote alle sue orecchie.
Aveva caldo, eppure sentiva il freddo penetrare nelle ossa, le sembrava di fluttuare in un limbo come fosse tutto ovattato.
Nulla di ciò che dicevano aveva un senso, serrò i pugni ricordando ancora le sue ultime parole:
“Ale, stai tranquilla, non è nulla di pericoloso! Anzi, stasera quando torno andiamo a cena in pizzeria, così passiamo finalmente una serata fuori!”
Ma Carlo non era più tornato. Ore dopo aveva sentito suonare alla porta e le era bastato vedere le facce dei due uomini per capire cos’era successo.
Si era aggrappata allo stipite della porta e lacrime silenziose le avevano solcato il viso, mentre lo abbassava senza avere la forza di chiedere nulla.
Ritornò con la mente al presente mentre vedeva l’ultimo pugno di terra venir gettato sulla bara. Lei non lo aveva fatto, non c’era riuscita, era rimasta immobile con un fiore tra le mani, incapace di gettarlo: le sembrava di ammettere che lui non c’era più!
Vide il generale Riboni avvicinarsi e sollevò il mento in alto, fissandolo con decisione, occhi negli occhi: il suo sguardo non vacillava.
“Mi dispiace, davvero!” Alessia fece un cenno con la testa, incapace di parlare: “Carlo era un ottimo elemento, davvero, è una grave perdita per tutta l’Arma”.
“Noooooooo” Si sollevò di scatto sul letto, guardandosi attorno, passandosi una mano sul volto sudato. Era un incubo, era solamente un incubo. Poi guardò la divisa piegata sulla scrivania e… no, non era affatto un incubo, Carlo se ne era andato, per sempre,
