Elena è triste e angosciata a causa della recente morte del marito Brando, pittore di talento, ma povero; grazie a lei, gallerista d’arte appassionata, riesce ad ottenere il successo che merita.
Brando, però, inizia a cambiare.
A causa di una malattia diventa aggressivo: la schizofrenia paranoide lo porterà al suicidio.
All’apertura del testamento, Elena scopre l’inverosimile: Brando le aveva nascosto una verità sconcertante. Tremendamente disperata, Elena inizia ad indagare: un’indagine dapprima introspettiva (stati d’animo, follia, passione) fino a scoprire una realtà che mai avrebbe immaginato . Un romanzo straordinario, scritto con passione, delicatezza: in alcune parti, il libro si tinge di un colore particolare, il “thriller sentimentale”, abilmente abbinato dall’autrice e mescolato con follia letteraria, così come un’ombra in un quadro di Van Gogh.
Genre: FICTION / GeneralIl libro, uscito in pieno lockdown, ha registrato sin da subito un successo fra il pubblico. In soli 5 mesi ha già venduto quasi 1.000 copie che per una scrittrice emergente sono tantissime. La scrittrice è molto popolare sui social, e questo aiuta nella vendita. La trame del libro è tipicamente italiana, ma allo stesso americana, olandese, francese etc... chiunque si rivede nella storia scritta dalla Buzzerra.
Natale
La neve scendeva copiosa, lenta, immacolata.
E il vento soffiava vigoroso, forte, violento.
Gli alberi fuori dalla mia ampolla di tristezza danzavano al ritmo impetuoso delle raffiche, schivando i fiocchi che riuscivano ad imbiancarne i rami.
Io ferma, immobile, rigida.
Fredda più della neve, e rabbiosa più del vento.
Dinanzi alla finestra, con una tazza di the bollente tra le mani, guardavo la lentezza elegante che fioccava dal cielo e i vortici che si creavano d’improvviso.
Il mio volto, impassibile, era illuminato a festa. Le luci del Natale non destavano in me alcuna meraviglia. Anzi, non le sopportavo.
Così come non tolleravo quel gruppetto di bambini che facevano un casino, pedagogicamente disordinato.
Così come non concedevo ad una banda, penosamente improvvisata, di una decina di babbi Natale, di esibirsi in un loop natalizio, musicalmente scordato.
Così come non esigevo al mio animo triste di sorridere alla luminarie che incitavano all’amore cristiano, falsamente natalizio.
Mi tuffai stanca, sul divano; quel divano che ancora custodiva il peso del corpo di mio marito Brando, che per anni, ne aveva occupato il posto. Rischiavo di impazzire se fossi rimasta ancora in quella stanza: mi alzai di scatto.
Lasciai la tazza sul tavolino di fronte a me.
Senza curarmi del mio aspetto, un tempo curato, uscii: un malinconico cappotto e un paio di guanti consumati mi avrebbero tenuto compagnia.
Language | Status |
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Spanish
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Already translated.
Translated by Raquel Camargo
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