Correva l'anno 1922 quando, in un piccolo paese della Ciociaria, fiancheggiato dalle verdi acque del fiume Liri e incorniciato dai monti Aurunci, la piccola Filomena perde quanto di più caro ha al mondo: i genitori. Prima l'adorata madre le viene strappata dalla grande influenza, detta anche febbre spagnola, poi il padre decide di emigrare all'estero, in cerca di fortuna, senza più fare ritorno. Filomena sarà cresciuta dagli anziani nonni, vivendo l'imponente povertà di quei tempi, la fame e l'ancora diffuso analfabetismo. Diventata una ragazza, bella e ammirata e, per sfuggire alla miseria, è costretta a delle dolorose rinunce. Va a cercare lavoro nella Capitale e, seppur disillusa dagli uomini, è disposta ancora a credere nell'amore. Vittima di pregiudizi, decide di tornare al paese natio, dove si trova ad affrontare le conseguenze della seconda guerra mondiale. La sua terra natale, sfortunata nell'essersi trovata sulla linea Gustav, troverà la forza per rinascere dalle ceneri e dal sangue dei suoi caduti per merito dell'animo forte dei sopravvissuti.
Come fiori tra le macerie” è il romanzo con cui esordisce l’autrice, spinta dall’amore per la scrittura e dall’esigenza di raccontare un importante spaccato di vita reale, dolorosa, vissuta dalla sua nonna paterna e dagli abitanti del suo paese. Ecco allora che attraverso la storia di vita di una donna e della sua famiglia, l’autrice riesce con scrittura realistica a rintracciare e narrare le vicende storiche di un epoca e di un territorio. Un romanzo dal profumo dolce e amaro del passato, quando l’amore sapeva di zucchero e cannella, di fiele e polvere, in un’Italia semplice e genuina, in un paese sotterrato da un governo avventato e sprovveduto. In questo scenario Filomena conduce con forza e coraggio la sua vita, sorretta da un amore lontano, eppur, vicino. Un piccolo spaccato per non dimenticare ciò che siamo stati.
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1922
Per gli industriali e i potenti in generale bisogna combattere il dilagante comunismo. Benito Mussolini, approfittando di ciò, abbandona il socialismo per appoggiare i padroni e il re, traendo in tal modo vantaggi per la sua ambizione di successo nella politica. Fonda, così, i “fasci” e il re gli consegna il governo d’Italia.
***
Sant’Apollinare, gennaio 1922.
Nel salutare il nuovo secolo che si affacciava, un deputato disse:
«Se nell’ottocento che muore gli sforzi delle classi lavoratrici furono soffocati, il secolo che nasce ne vedrà il trionfo. Se il fanciullo non ebbe pane, né istruzione, se il vecchio non trovò letto e riposo, provvedi tu, o secolo nuovo, a dare a tutti gli uomini lavoro, libertà e cibo!».[1]
Le parole entusiaste dell’uomo politico furono pura utopia, almeno per la prima metà del XX secolo: lo sviluppo industriale aveva portato benessere nel nord dell’Italia, ma lo stesso non si poteva dire per il centro-sud.
Come un cappio alla gola la povertà costringeva la gente a vivere sul filo del rasoio, in bilico tra la vita e la morte. Così, la tanto nominata America – neanche fosse stato il paese dei balocchi – e l’emigrazione verso quel continente lontano, divennero il tentativo disperato di trovare una soluzione a molti dei loro problemi.
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English
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Already translated.
Translated by Amanda Blee
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Author review: Amanda aveva già tradotto un mio romanzo, mi sono affidata a lei di nuovo con fiducia. Precisa, puntuale e molto professionale. Soddisfatta! |
Spanish
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Already translated.
Translated by Miriam Chiesa
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Author review: Traduzione ottima. Miriam è professionale e competente. Sono molto soddisfatta per la seconda volta. |